Il fidanzato di mia sorella 8
Data: 18/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FRANK_1987, Fonte: Annunci69
... chiaramente bisbigliare “sto frocetto del cazzo. Maricas”. La cosa mi offende ma allo stesso tempo mi eccita perché tutti quelli che mi hanno scopato il culetto e che mi hanno dominato, mi hanno anche chiamato in questo modo così entro in cucina e lui mi fa segno con un dito di avvicinarmi ed io di certo non mi faccio perdere l’occasione.
“Tu siediti accanto a me”, mi dice zio mentre mi cinge il fianco sinistro da dietro e poi struscia la sua mano da fianco a fianco.
Ci mettiamo a tavola per pranzare ed io mi siedo accanto a lui. Durante il pranzo, mamma non fa altro che fissare lo zio e ammiccare e mentre lo zio ricambia, sento una mano toccarmi un ginocchio. La sua mano sale per tutta la lunghezza della coscia fino a finire nella zona inguinale. Anche io tendo una mano verso di lui ma Mariano toglie la sua mano dalla mia zona inguinale e sposta nervosamente la mia dalla sua. Dopo il pranzo, mio nonno apre un’anguria. Io ne vado metto e ne prendo una grande fetta. Di solito per mangiarla la taglio con il coltello ma questa volta, avendo lo zio accanto a me, decido di mangiarla direttamente con la bocca per fargli capire quanto sia capiente, ma sbadatamente mi macchio la maglietta.
“Accidenti, la maglietta nuova. Porca puttana”
“Giulio modera il linguaggio”, mi ricorda mio padre
“Scusa papà”
“Togliti la maglietta, stai a torso nudo e gettala nel cestino dei panni sporchi”, mi consiglia mia madre “te la lavo e poi domani te la riprendi”
“No mamma non ...
... importa”
Nonostante non sia un fisico da fare schifo, mi sono sempre vergognato di denudarmi davanti alla mia famiglia. Nonno Ugo, papà e adesso anche lo zio Mariano mostrano dei fisici da far paura e anche se il nonno, e Pedro insieme a lui, mi avevano già visto addirittura nudo, non avevo nessuna intenzione di spogliarmi davanti agli altri.
“Ti presto una delle mie magliette. Credo di averne una della tua misura”, dice zio Mariano alzandosi
Io, come ipnotizzato, mi alzo e lo seguo nella dependance. Lui apre la porta ed entra, io mi accomodo nel suo rifugio e mi chiudo la porta alle spalle
“Puoi darmi questa maglietta, zio? Dov’e’?”
“Qui”, dice girandosi mentre si tocca il pacco “cosa credi che non l’ho capito che sei un frocetto? L’ho capito dal primo giorno che ci siamo visti alla stazione dei treni. Mancava poco che sbavavi”
“Allora visto che siamo in vena di confidenza, vuoi dirmi come hai potuto fare una cosa del genere a papà? A tuo fratello”
“Non deve saperlo nessuno se mi sbatto suo figlio”, risponde lui
“Non mi riferisco a quello che farai con me”, lui sorride sornione “ma a quello che hai fatto ieri con la mamma. Vi ho visti!”
“Ah, Rachele e’ una puttana, lo e’ sempre stata in tutti questi anni. Sapessi quanti se n’e’ trombati all’insaputa di tuo padre”
Io rimango senza parole. Credevo che l’unica puttana in casa fossi io ma invece ora comprendo di non essere il solo e di discendere da una famiglia di baldracconi e puttanieri.
“Vieni ...