1. Canto a due: Cavaliere e Principessa


    Data: 30/03/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: ThinkInk, Fonte: RaccontiMilu

    CavaliereE' strano stare qui, sdraiato, la testa schiacciata da un cielo spruzzato di stelle. Una strana sensazione impregna i pensieri: un vago senso di piccolezza e la nausea sottile della solitudine. Mi chiedo se non saranno le stelle, questo velluto trapuntato di piccole lucciole infreddolite come nei presepi della polverosa infanzia, a rendermi un po' malinconico. Chiudo gli occhi e svuoto la mente. I pensieri gocciolano via dai miei occhi, dalle dita, dal sospiro liberatorio che si fa vapore nella mordace umidità serale. Il corpo è leggero, come carta, foglia accartocciata d'autunno, goccia di pioggia trasportata dal vento e trafitta di sole.Sono sdraiato su un prato dall'erba ispida ed ingiallita d'estate, insaccato in un'informe mimetica memore di un remoto intento guerresco. Tra le dita stringo il vetro freddo di una bottiglia semivuota di Bacardi. Il prato che mi accoglie questa notte è in dolce declivio. Senza neppure alzare la testa lo vedo piegare in basso, oltre la punta degli scarponi e più oltre s'incontra con la linea netta e scura che taglia il confine di cenere tra terra e cielo. Se solo allentassi la presa, questa bottiglia scivolerebbe sempre più velocemente fino al bordo del prato, per poi precipitare nella valle sottostante. Puff. Fine del film.Ho gli occhi chiusi e la mente, svuotata d'ogni barlume di razionale pensiero, vaga leggera, con quel senso di soffice eccitazione conseguente l'eccesso di ossigeno. In questo stato nuove e bizzarre immagini ...
    ... emergono a pelo d'acqua. Per esempio ricordo di aver letto che nel Medioevo, in questa parte del Piemonte, si scatenò una sanguinosa caccia alle streghe: centinaia di roghi sovvertirono la quiete della notte: forse in tutto simile a questa. Ad occhi chiusi riesco a percepirne gli urli, l'odore acre della carne che brucia. La testa mi gira: sarà per il liquore che mi accompagna nella fantastica solitudine di questa notte e le tante, troppe, sigarette fumate, senza contare quelle corrette che degli amici hanno portato fin quassù. Lieve come mai, godo di un benessere strano, innaturale, immensamente riposante; un piacere che annichilisce e fa desiderare di prolungarlo in eterno.Nei secoli dei secoli. Amen!Le preghiere intorno a quelle fiaccole umane finchè anche l'ultimo lamento si spegne. Il corpo non dorme, anzi è fin troppo sveglio. Riesco a percepire il lontano, debole, chiarore di Varzo ed il mormorio di un ruscello che attraversa il bosco poco lontano. Cosa aspetti? Un'ennesima stella cadente? E per chiederle cosa poi? Sento di non desiderare nulla. Tutto quello di cui ho bisogno è dentro di me: non necessito d'altro. Il sangue scorre piano, denso, ricco. Pulsa sotto le tempie: tu-tump, tu-tump, tu-tump. E poi non ho freddo, perchè rientrare in casa? Sento che potrei restare qui tutta la notte fino a rivedere il sole tingere di rosa il cielo ad oriente. Sono solo, di quella solitudine che è vita perchè non lo sono veramente. Il soffio delicato della brezza è la voce del mio ...
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