1. Partenza con sbandata


    Data: 31/03/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    Da “Il mestiere di vivere” di Cesare Pavese:
    
    “Primo amore: un giorno queste cose le diremo alle donne.”
    
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    Avevo atteso la fine delle medie per liberarmi finalmente di Pietro, il più stupido, antipatico, cattivo, stronzo compagno di classe. Anzi l'unico, perché solo con lui non ero mai riuscito ad avere un rapporto decente. Forse esagero nel dire che lo odiavo perché probabilmente a quell'età non si è ancora capace di odiare davvero qualcuno, di certo speravo di liberarmi per sempre di lui.
    
    Una ragione c'era.
    
    In terza media era arrivato nella nostra classe un nuovo compagno, un ragazzino timido figlio di una coppia arrivata dal meridione, venuta ad abitare a due isolati dalla mia abitazione. Per il fatto di trovarci nella stessa classe e di abitare vicini ci trovavamo spesso insieme anche per fare i compiti. Anche le nostre famiglie si frequentavano e per questo a volte lui si fermava a pranzo anche da noi quando sua madre, infermiera, faceva i turni pomeridiani.
    
    Quell'idiota di Pietro, per il nostro stare spesso insieme, aveva cominciato a chiamarci “i fidanzatini”, “ i piccioncini”, per poi esagerare fino parlare con gli altri di noi due come i “frocetti”.
    
    Per mia disgrazia però anche Pietro scelse di proseguire gli studi iscrivendosi come me al liceo scientifico e per ulteriore mia sciagura finimmo anche nella stessa sezione.
    
    Se non fosse stato l'imbecille che era avremmo potuto mettere una pietra sul passato e considerare le nostre ...
    ... reciproche antipatie precedenti come comportamenti puerili di adolescenti immaturi. Invece non ci misi molto ad accorgermi che mi aveva diffamato dicendo qualcosa di calunnioso sulla mia sessualità anche a qualche altro nostro nuovo compagno delle superiori.
    
    Allora, ne sono certo, quello che provai per lui fu davvero odio, disprezzo, rabbia assoluta. Non ho esitato un attimo ad affrontarlo di petto e a dargliene di santa ragione. I risultai in parte furono pessimi, come il provvedimento disciplinare del preside che ci sospese entrambi per una settimana e l'accelerazione del diffondersi della maldicenza sul mio conto in tutto l'istituto. Per contro non solo Pietro, dal pavido che era, non ha mai più osato insinuare alcunché su di me, ma è passato da un atteggiamento di strafottenza nei miei confronti a quello opposto, di riverenziale e distaccato rispetto.
    
    Il tempo fece il resto: io come tutti gli altri mi creai come era naturale che accadesse, una bella cerchia di nuove conoscenze, lui che aveva cambiato solo atteggiamento nei miei confronti ma non la sostanza della sua personalità di debole complessato, si guadagnò presto la nomea di persona da evitare sia tra gli studenti, sia tra gli insegnanti ed anche tra alcuni di quei genitori che anche alle superiori controllavano ancora i propri figli nell'ambito scolastico.
    
    Tutto a posto?
    
    Non proprio. Il seme Pietro lo aveva gettato.
    
    Mentre il tempo passava quel seme, da qualche parte aveva attecchito ed aspettava il tempo ...
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