1. Partenza con sbandata


    Data: 31/03/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... propizio per germogliare.
    
    C'è forse una stagione migliore della primavera per germogliare?
    
    Era primavera infatti quando alcuni miei compagni di classe, appassionati di calcio, organizzarono una partita contro i ragazzi del quarto, sezione A..
    
    Scelta degli avversari non casuale; ben tre miei compagni avevano i fratelli maggiori in quella classe e siccome l'idea era nata da loro, il resto era venuto di conseguenza.
    
    Non sono e non ero un gran calciatore ma me la cavavo abbastanza come difensore e non mi feci ripetere due volte l'invito a partecipare. Mi trovai così a contrastare Daniele, il bello per antonomasia di tutto il liceo, l'idolo delle ragazzine, ma anche un bravo attaccante nel gioco del calcio.
    
    Tra noi i contrasti agonistici furono numerosi e oltre la partita per me era diventata interessante la sfida tra noi due. Ero fiero di me perché riuscivo ad ostacolare i suoi attacchi. Poi uno dei suoi compagni gli disse qualcosa in un orecchio, lui mi guardò, sorrise in modo strano, tra lo scherno e l'ironia. Intuii cosa gli aveva potuto dire quel tale. Al primo ulteriore contrasto ne ebbi la conferma: dopo avergli sottratto la palla rinviandola verso il centro campo, lui mi disse:- “ ..E così saresti tu il frocetto di cui si parlò qualche mese fa? Buono a sapersi!”
    
    Mi sentii nudo come un lombrico, anzi peggio, perché i lombrichi nella terra ci vivono, io avrei voluto sprofondarci per morire. Avevo una dignità anche come giocatore. Per salvarla finsi di li ...
    ... a qualche minuto di aver preso una storta per lasciare il campo. Dopo quella mazzata psicologica era meglio per tutti che non giocassi più, non sarei stato più capace di giocare serenamente. Mi sostituì Aldo, il quale non era proprio adatto al ruolo, infatti dal quattro a due a nostro favore che eravamo alla mia uscita, perdemmo per cinque a quattro con i tre goal segnati da Daniele.
    
    Dal giorno dopo Daniele, che fino a quel giorno probabilmente aveva ignorato la mia esistenza, divenne quasi la mia ombra. Era davanti all'ingresso quando arrivavo al mattino, seduto sul suo motorino, con un piede a terra e l'altro sul pedale, a sorridermi e strizzare l'occhiolino. Veniva nel corridoio di destra durante l'intervallo della ricreazione, nonostante la sua aula fosse sul corridoio di sinistra, senza una vera ragione, quasi a cercarmi, per dirmi “ciao” e poi andarsene. All'uscita lo ritrovavo fuori del portone principale, quasi ad attendere il mio passaggio e mi faceva segnali significativi: o si toccava il pacco, o mi fissava passandosi la lingua tra le labbra, o strizzava l'occhio. Insomma mi metteva in agitazione anche perché temevo che qualcuno si accorgesse che ero io il destinatario dei suoi gesti. Per questo dopo alcuni giorni lo affrontai, all'uscita di scuola. Gli feci io il segno di avvicinarsi con il dito. Lui si avvicinò con il sorriso che a me sembrò da spavaldo e mi chiese:- “Cerchi me?”
    
    ”Sì, per avvertirti che se non la pianti di fare lo stronzo con me, farai la ...
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