Maria Jose cap.3 - L'appartamento di Cannes
Data: 06/04/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
... e poi ne aveva voluto ancora. Il suo terzo orgasmo sopra di lui era coinciso con quello di Michel che l’aveva inondata una seconda volta. A quel punto ella si era accasciata su di lui. Era stata davvero una gran scopata, pensò Maria Jose. Poi pensò a quello che era accaduto pochi attimi prima di dormire. Come ella aveva saputo ristabilire i ruoli e la sua autorità femminile che all’inizio del loro momento intimo era venuta meno. Erano rimasti sdraiati sul letto, fianco a fianco con gli occhi chiusi, entrambi ansimanti, ma lei aveva scoperto di essere ancora vogliosa. “Ho ancora voglia”, aveva detto. “Oltre che stupenda, sei anche insaziabile”, aveva risposto lui. Poi le aveva fatto capire di essere distrutto, ma lei aveva insistito. Gli aveva preso la mano e se la era portata sulla fica. “Fammi godere ancora una volta, poi dormiamo”, gli aveva detto e lui si era sottomesso. Aveva sentito le sue dita mascoline accarezzarla delicatamente e poi percorrere le pieghe delle sue labbra. Quando erano entrate dentro di lei, ella aveva mugugnato. Aveva sollevato le gambe, piegandole e affondando i tacchi nel materasso. Solo a quel punto si era accorta di indossare ancora i sandali e le autoreggenti, una delle quali si era afflosciata fino al ginocchio. Per un attimo aveva pensato di sistemarla, ma il piacere che le stavano generando le dita di Michel era davvero troppo grande per lasciarsi distrarre dalla sua calza destra. Qualche minuto dopo le dita di Michel avevano incrementato il ...
... ritmo ed ella aveva divaricato ancor di più le gambe per consentirgli di avere tutta la libertà di movimento di cui necessitasse. E Michel se l’era presa tutta, così, quando aveva goduto gli aveva riempito la mano di liquidi. Il tutto era durato una decina di minuti, ma aveva in qualche modo ricementato la sua indiscussa superiorità, che quindi non era solamente lavorativa. Sorseggiò ancora un goccio di vino e dopo aver poggiato il bicchiere sul tavolino vicino al divano lasciò andare la testa all’indietro. “Cazzo, che serata!”, pensò, scoprendosi eccitata al solo ricordo. Pensò a quelle dita e non poté non trattenersi dal portare una mano tra le cosce, stringendosi la passera attraverso i pantaloni. Sotto ad essi, a differenza del solito e quasi a manifestare una chiusura sia nei confronti di Michel ma anche del resto del mondo, quel giorno indossava dei collant. Non li indossava spesso anzi, quasi mai a dirla tutta. Sosteneva che fossero scomodi, per niente femminili e soprattutto di basso gusto. Molto meglio le autoreggenti che ella acquistava solo in negozi ricercati e per le quali sborsava diverse decine di migliaia di lire. Ma quella mattina non aveva avuto voglia di vestirsi sexi. Michel se ne era andato molto presto, lasciandola dormire e lasciandole un biglietto molto carino sul cuscino. Lei invece, grazie anche a quel biglietto, si era svegliata di pessimo umore. Da quello era scaturito il suo look del giorno. Si chiese cosa avrebbe detto Michel se, abbassandole quei ...