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I tormenti di nonna Marta (Parte Nona)
Data: 10/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Marco Sala
... allora scelsi delle calze 15 den con la riga dietro, sexy ma allo stesso tempo austere, comprate recentemente. Mi vestii e, indossate per il momento le pantofole per non far rumore, scesi in cucina. Dopo circa mezz’ora sentii il rumore dell’acqua della doccia scorrere, era segno che Giacomo si era alzato. Data un’occhiata a cosa c’era nella dispensa, preparai la colazione a mio genero. Quando scese in cucina mi accorsi dell’impegno che ci aveva messo nel prepararsi, rasato e ben vestito, emanava un buon profumo di acqua di colonia. Appena mi vide il suo viso si illuminò e subito mi squadrò dalla testa ai piedi. Un bacio per augurarci il buongiorno e un ringraziamento da parte sua per avergli preparato il caffè. Occupata nel servigli il resto della colazione, girandomi offrendogli la schiena, vidi il suo sguardo percorrere il mio culo fin giù ai polpacci. Il pesciolino aveva abboccato all’amo. Maliziosamente feci cadere uno strofinaccio che avevo in mano e, abbassandomi per raccoglierlo, gli offrii il panorama completo del mio posteriore. Subito sentii il suo respiro accelerare. Come se niente fosse mi rivolsi a lui chiedendogli che programmi avesse per la giornata precisandogli cosa mi sarebbe piaciuto fare. Balbettando mi rispose che era a mia disposizione, qualunque cosa avessi scelto a lui andava bene. Mi sedetti a tavola con lui e degustammo il caffè insieme, mentre ora era visibilmente perso nel mio décolleté. Il push-up stava facendo dei miracoli con il mio seno, ...
... sembrava volesse scoppiare fuori dalla mia camicetta. Una volta in auto, notai subito gli sguardi furtivi che lanciava alle mie gambe. La gonna, sedendomi, era salita di una decina di centimetri e lasciava intravedere il bordo delle calze ed il reggicalze. Morivo dalla voglia di mettere una mano sulla sua patta per verificare se le mie cosce glielo avevano fatto diventare duro. Una volta in città, lasciata la macchina in un parcheggio, girovagammo a piedi per le vie del centro a guardare vetrine, negozi e fare dello shopping. Dopo un piacevole pranzo accompagnato dalle solite chiacchiere di circostanza, decidemmo di visitare una mostra di arte contemporanea allestita nelle vicinanze. Un gelato da passaggio comminando nel parco fu la chiusura ideale della giornata. Sulla via del ritorno lo ringraziai calorosamente per il tempo che mi aveva dedicato e per la gentilezza che aveva usato nei miei confronti. Effettivamente Giacomo era stato molto disponibile per tutta la giornata, soprattutto quando l’avevo coinvolto nello shopping, cosa che gli uomini non amano fare. Gli dissi che era molto gentile e che lo avevo sempre apprezzato sia come uomo che come genero, cosa del resto vera. Lui timidamente arrossì alle mia parole e mi rispose che anche io gli ero sempre piaciuta, sottolineando in modo ambiguo la parola “piaciuta”. Allora gli chiesi: “Ma ti sono sempre piaciuta come suocera o come donna?” “In entrambi i modi.” mi rispose. Il suo sguardo timido improvvisamente trasformò in uno ...