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I tormenti di nonna Marta (Parte Nona)
Data: 10/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Marco Sala
... sguardo di ammirazione e desiderio fissandomi intensamente per qualche secondo. Allora fu il mio turno per arrossire. Al ritorno le sue occhiate alle mie gambe divennero sempre più impertinenti, ricambiai con dei sorrisi d’intesa tanto che il suo imbarazzo svanì. Accavallai le gambe per offrire ancora più cosce ai suoi occhi così da accorgermi che, il camminare nel parco, aveva sporcato di terra ed erba le mie scarpe. “Marta non preoccuparti per le scarpe, appena arrivati a casa penserò io a pulirtele.” Giunti a casa, appena chiusa la porta mi disse: “Non muoverti, togliti le scarpe sporche, ti porto subito le tue pantofole, poi vai a sederti tranquillamente sul divano.” Mi portò le pantofole e gli diedi le mie scarpe sporche. Le prese con una delicatezza inconsueta mentre, affascinato, le guardava come se fossero un trofeo. Nel prenderle le avvicinò al viso in modo da sentire l’odore che emettevano e, considerando che non avevamo camminato poco, i mie piedi non erano sicuramente freschi e profumati. Mi sedetti sul divano e osservai con quale attenzione e cura si dedicava alla pulizia delle stesse. Alla fine addirittura, me le lucidò con la pelle scamosciata, da ciò dedussi che o era molto meticoloso nei suoi compiti o era preda di una forma di feticismo per le scarpe delle donne. Alla fine venne verso di me portando le mie scarpe in mano come se fossero su un vassoio e me le tese in religioso silenzio. In quel momento ebbi un improvviso colpo di genio e, offrendogli il ...
... piede gli dissi: “Giacomo, ti va di infilarmele tu?” “Se vuoi..” mi rispose con la voce rotta dal desiderio. S’inginocchiò davanti a me, prese la scarpa nella sua mano con una delicatezza infinita e con l’altra sfiorò il mio piede con una leggerezza e morbidezza tale che mi provocò un brivido che mi arrivò fino all’inguine. Sempre con movimenti molto dolci e lievi appoggiò la sua guancia sul mio piede, io lo lasciai fare senza dire niente, anche perché questo suo gesto mi turbò piacevolmente. Sempre in modo dolce e lieve iniziò a baciarmi le dita, la cosa inizialmente mi procurò un po’ imbarazzo in quanto, avendo camminato tutto il giorno, i miei piedi non erano proprio freschi, ma vidi che lui non sembrava disturbato, anzi al contrario. Dopo i baci inizio a darmi delle piccole leccate tra le dita, attraverso le calze, cosa che mi eccitò molto tanto da accorgermi che la mia vulva si stava bagnando. Lui rimase senza parole affascinato nell’osservare il mio piede. Con un piccolo movimento provocatorio avvicinai il mio alluce alle sue labbra, incoraggiato dalla mia offerta aprì la bocca e lo fece scomparire in essa. Cominciò così a giocarci come se fosse un cazzo, gli girava intorno la lingua, lo succhiava e lo mordicchiava, il tutto con una frenesia incredibile. La punta del mio dito era ormai madida della sua saliva, allora lo invitai a interrompere il suo lavoro ed a calzarmi la scarpa che ancora teneva in mano. Lo fece con tremante eccitazione mentre con una mano mi sosteneva ...