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I tormenti di nonna Marta (Parte Nona)
Data: 10/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Marco Sala
... delicatamente la caviglia. Non gli lasciai il tempo di riflettere, tanto che anche l’altro piede era a due centimetri della sua bocca. Lui mi guardò con gratitudine e subito iniziò a succhiarmi anche l’altro alluce. Era la prima volta che qualcuno giocava con i miei piedi, confesso che lo trovai estremamente erotico. Questa volta non si fermò alle dita dei piedi, mentre mi infilava l’altra scarpa, le sue labbra cominciarono a correre lungo i miei polpacci. Inginocchiato davanti a me lo lasciai fare per un po’ poi gli dissi: “Giacomo mi stai facendo eccitare, è troppo bello questo gioco.” Quel momento di intimità erotica mi fece uscire quelle parole come se fossimo amanti già da molto tempo. “Sai, non l’avevo mai fatto prima. Grazie Marta.” “In ogni caso è molto bello. Ma come ti è venuta l’idea?” “Forse tutto nasce tempo fa, ero ancora molto giovane. Mia mamma un giorno mi chiese se potevo massaggiargli i piedi, lo feci e la cosa mi conturbò molto. Non so perché ora mi è venuta questa idea.” “Giacomo, tu sei un uomo molto educato e gentile, sei stato molto delicato con me. Su, dammi una mano e aiuta questa vecchia signora ad alzarsi dal divano.” “Con piacere Marta.” Prese le mie mani tra le sue e, tirando, mi aiutò a rimettermi in piedi. Poi cercò di allontanarsi dal divano per lasciarmi passare ma io lo attirai a me fino al contatto dei nostri corpi. In quell’attimo pensai al giovane Leonardo, a sua mamma Sabina e come li avevo aiutati a rompere tutti i tabù iniziandoli al ...
... loro rapporto incestuoso. Qualcosa di simile avrei dovuto fare anche con Giacomo che, in quel momento, mi vedeva un po’ come se fossi sua madre, anche se non è che gli assomigliassi molto. Allora gli sussurrai: “Dai, adesso bacia la mamma.” L’effetto fu istantaneo. Mi strinse forte tra le sue braccia e quando gli porsi le mie labbra mi diede un bacio molto più che appassionato. Le sue mani corsero velocemente su tutto il mio corpo e si fermarono sulle mie chiappe. Ricambiai il favore e, dopo averlo afferrato per le natiche, lo tirai a me, pube contro pube. Le nostre lingue si cercarono, si stuzzicarono e alla fine si intrecciarono. Poco alla volta sentivo il suo cazzo contro il mio ventre, diventare sempre più duro, allora feci scivolare una mano sulla sua patta, lo liberai per sentirlo meglio e masturbarlo. Con un filo di voce, anch’io eccitata, gli sussurrai: “Figlio mio, ti voglio. Prendimi qui, e subito, per favore.” “Oh si, mamma.” Ecco la prova che Giacomo, come Leonardo, era segretamente innamorata della mamma, o piuttosto della suocera, in questo momento. Con prontezza abbassai la mia gonna ed il perizoma, Giacomo rimase affascinato dalla mia patatina liscia e rasata come quella di una bimba, tanto che il suo cazzo si rizzo ancora di più quando mi distesi sul tappeto a gambe aperte offrendogliela in modo spudorato. Mi saltò sopra e mi sentii penetrare in meno di due secondi e cominciò a scoparmi in modo veloce e maldestro peggio di un coniglio. Gli sussurrai allora: ...