Bocca di miele
Data: 11/04/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Arzacchio
... una collina conica, un vulcano in mezzo ad una pianura a causa di un terremoto del massimo grado di qualsiasi scala di misurazione. Nella penombra dell’abitacolo della mia utilitaria, proprio sotto casa, in compagnia di una ragazza che mi stava baciando, alla mercé di una qualsiasi inquilina curiosa, eravamo abbracciati. Le mie mani sulla sua pelle, le sue mani sui miei pantaloni. Ma non ce ne fregava niente nel caso qualcuno ci avesse visti. Premeva e giocava con il visibile fardello al punto da farmi male, così rigido da essere d’impaccio, così preda del suo giocare quasi senza rispetto. Ma rispetto di cosa? Dopotutto in quel momento avrebbe potuto farmi qualunque cosa, in balia della sua bocca dolce incollata alla mia. “Tesoro mio non resisto, ti prego saliamo da me” riuscii a dire quasi divincolandomi. Si staccò con ancora gli occhi chiusi, sorridendomi. “Si, andiamo, voglio essere più comoda piuttosto che incastrata in questi sedili”.
Coprendomi con una borsa, a scanso di incontri sul pianerottolo o nell’ascensore, con pochi passi entrammo. Fortunatamente nessuno incrociò il nostro tragitto ed in un paio di minuti fummo all’interno del mio appartamento. “Accomodati, faccio in un attimo. Ti occorre qualcosa?” le dissi facendola sedere sul divano prima di recarmi in bagno per mettermi a posto. “No, niente, ti aspetto… Sbrigati ti prego!”
Una rapida lavata con acqua fresca ed abbondante sapone per togliermi la stanchezza della giornata mi vide assente per pochi ...
... minuti. Il tempo per entrare in salone e vederla spogliata, in biancheria intima, reggiseno mutandine brasiliane di seta grigia, basse dietro, poggiata sullo schienale del divano, in una posizione di trequarti alla mia vista impazzita dalle sue forme bellissime. “Faceva caldo…” mi disse sorridendo con un viso di femmina che sapeva il fatto suo. La sua schiena arcuata metteva in risalto un sedere un poco più grande della media, tondo come la Luna piena, invitante come una torta alla panna. La spallina sinistra era scesa sul braccio come se il peso del seno potesse averla spostata per mostrarsi bianco e morbido, teso verso il basso come un frutto maturo. Rimasi ad osservare il suo corpo ed il suo viso sorridente ed interrogativo e sembrava stesse chiedendomi “Ed ora? Cosa aspetti?”. “Sei splendida, bellissima, mi sembra come se leggessi nei miei desideri più nascosti”. Lo dissi con voce bassa.
Mi tolsi la camicia ed i pantaloni in un millesimo di secondo, rimanendo con i boxer che non riuscivano a celare il mio stato di eccitazione. Mi avvicinai alle sue spalle posandole le mani sulla schiena e carezzando la avvolsi sul davanti passando sulla sua pancia e risalendo sui seni spostando la seta sottile che la ricopriva. Presi a piene mani quelle bellissime forme, fresche e morbide, stringendole un poco fino ai capezzoli che subito diventarono rigidi e scabrosi fra le mie dita. La mia pancia ed il petto si strofinavano sulla sua schiena, forse facendole il solletico e facendole ...