Eccomi
Data: 14/04/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: newmada
Negli anni '70 ero una ragazzetta niente male, già abbastanza formosa ed aperta alla naturale enfasi dell'adolescenza.
Come non prendere atto che tutto girava attorno al sesso ed al desiderio?
In quegli anni impazzava la minigonna ed io, come tante altre ragazze, mi divertivo e sentivo intrigata a mostrare le cosce, perché intendevo verificare l'effetto che esse riuscivano a produrre nei maschietti, sopratutto quelli più adulti di me.
A volte, seduta su una panchina al parco a leggere, notavo che qualche ragazzo mi si sedeva su quella di fronte, per scrutare il più a fondo possibile, le mie cosce tornite e seducenti.
Allora in me scattava l'istinto esibizionistico e, una volta aprendo le cosce, una volta accavallando una gamba sull'altra, facevo sì che mi guardasse a lungo e di proposito.
Che gioia poter constatare che il viso di quel ragazzo diveniva sempre più rosso fuoco! Che bello vederlo allontanarsi con una vistosa protuberanza fra le gambe!
All'epoca le edicole erano costellate di riviste con parziali nudi femminili e, anche giornali per donne, fra gossip e pubblicità, non facevano a meno di mostrare donnine nude.
A scuola si studiava il Decamerone di Boccaccio, con le sue novelle licenziose; il Petrarca declamava "Chiare, fresche, dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna"; Lorenzo il Magnifico istigava "Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia: chi vuol esser lieto, sia; del doman non v'è certezza"; insomma tutti ...
... inni alla caducità della bellezza, alla necessità di approfittare della giovinezza, alla solarità e libertà dei sentimenti, nonché cogliere, il più possibile, le gioie della vita.
Quante volte, tra i banchi, con le compagne ci scambiavamo sorrisini, frizzi, arguzie, che instillavano la incipiente malizia, propriamente femminile?
Un giorno Agata, la mia compagna di banco, mi mise una mano sulla coscia, e quel tocco mi provocò una scossa che mi fece vibrare come una corda di violino, dicendomi che circolavano libri licenziosi, sbloccati dalla censura.
Ecco spiegata la frase di Dante a proposito di Paolo e Francesca: galeotto fu il libro e chi lo scrisse".
Uno, dal titolo "Histoire d'O", lo stava già leggendo lei; un altro, se nel pomeriggio fossi andata a casa sua, me lo avrebbe prestato: si trattava di "Emmanuelle" di Emmanuelle Arsan.
Quel pomeriggio andai da lei e lì, nel parlare di quelle pubblicazioni, e del fatto che aveva scovato, nella stanza del fratello, un giornale porno con donne nude, in tutte le posizioni immaginabili, la nostra eccitazione salì alle stesse, tanto che la stessa Agata, si scoprì le cosce e prese a titillarsi il "bottoncino" (così noi, allora, chiamavamo il clitoride).
Naturalmente invitò anche me a fare altrettanto e la mia natura, per niente vergognosa, mi spinse ad aderire all'invito.
Se, in quel momento, qualcuno fosse entrato nella stanza, avrebbe visto due ragazze scosciate, che si sditalinavano senza pudore; la stanza si ...