Astrid
Data: 17/04/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Patrizia V.
... mia preda il più a lungo possibile. Perché ormai per me Astrid non è altro che quello: una preda da tormentare a lungo, e poi da abbattere senza pietà. Eva è consapevole del gioco sottile in atto, e chiaramente ne è soddisfatta: mi ammicca sorniona, poi si dedica alla Giulia accarezzandole i capelli scuri e complimentandosi per le tette in pieno rigoglio. Guardo mia figlia sfiorare con un bacio le labbra della mia amante lesbica e provo un fremito di gelosia, più piacevole che doloroso. Anzi, decisamente eccitante. Eva e Giulia hanno un rapporto abbastanza paritetico, quando giocano fra loro: non sarà così fra me e Astrid… Osservo di sottecchi la mia preda dal di sopra della mia pinta di birra ormai mezza vuota: anche lei cerca di dissimulare il suo interesse, ma sta diventando nervosa. Il tarlo del dubbio la divora. Sono davvero interessata a lei, oppure..? Eva l’ha preparata a dovere, però… E se...? Sono crudele, lo so. Non a caso mi chiamano Mantide. Adesso Eva e Giulia stanno facendo lingua in bocca senza troppo ritegno, e cominciano a palpeggiarsi di gusto; ormai è un fatto acquisito che Giulia avrà la precedenza nel letto di Eva, e che giocheremo per coppie in base all’età. Loro, che sono giovani e impazienti, sono già ai preliminari. Intanto che le ragazzine giocano, Astrid e io chiacchieriamo tranquillamente in inglese; come quasi tutti nel suo Paese, lei lo parla perfettamente, con un filo di accento sibilante che io trovo molto sexy. Sì, sono attratta: cerco solo ...
... di non darlo troppo a vedere per portare la mia preda al giusto punto di cottura. Voglio che m’implori di darle il colpo di grazia. Quasi mezzanotte. Eva e Giulia si alzano in piedi e ci danno la buonanotte. E’ sottinteso che stanno andando a letto insieme, e non per dormire… Mi baciano sulle labbra tutte e due prima di sparire; mia figlia mi sussurra un augurio di buon divertimento, mentre la mia amante aggiunge un consiglio: - Falla urlare! Poi sfiora anche le labbra della zia, e le dice qualcosa in olandese che ovviamente non capisco. Le squinzie spariscono e noi grandi restiamo sole, con i resti delle nostre birre e una tensione erotica che ci consuma entrambe. Mi mordicchio un’unghia guardandola di sottecchi, e le lascio intravedere la lingua. Lei avvampa. La sua maglia è abbastanza sottile, e noto che i suoi capezzoli si sono induriti di colpo, e adesso protrudono attraverso il tessuto. Le sue narici stanno palpitando, e lei si agita sulla poltrona, come se avesse un prurito tremendo fra le gambe… Probabilmente ce l’ha davvero. Sono eccitata anch’io; faccio fatica a trattenermi, ma devo. Astrid non ce la fa più. Il boccale di birra nella sua mano trema leggermente. Mi guarda con quegli occhioni imploranti, e sembra davvero sul punto di crollare. Mi lecco il labbro inferiore e le sorrido come una pantera, reclinando il capo di lato e offrendo per un attimo il collo al suo sguardo bruciante. Poi scavallo le gambe e sorseggio la mia birra. Lei emette come un rantolo; si ...