1. LA MATURA DIRIGENTE


    Data: 18/04/2020, Categorie: Lesbo Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: domrome

    ... pochi minuti trascorsero e poi si avvicinò, lentamente a raggiungerla, non mancando di notare che aveva indossato una gonna. Ovvio, nulla di trascendentale, da matura signora. Una gonna appena larga, di colore nero, che terminava appena sopra il ginocchio. Collant neri e scarpe lucide con moderato tacco completavano la vestizione inferiore. Sopra indossava una camicetta sui toni dell’arancio sotto una giacchetta anch’essa nera, di completo alla gonna. I capelli biondi erano, a differenza della mattina, lasciati liberi sulle spalle. Un leggero trucco ed un rossetto rosso completavano l’opera. Come lo vide lei si sentì sollevata, la paura di aver avuto un invito a vuoto era al suo massimo apice, civettuola si senti di dirgli “Come sto? Vado bene così? Ordine eseguito?”. Commise il primo errore, non valutando ciò che la personalità che egli dimostrava potesse nascondere. “Come ti ho accennato stamattina ho un grande pregio ed un grande difetto –rispose lui- entrambi si chiamano sincerità. Apprezzo aver destinato i pantaloni al lavoro diurno, lo apprezzo molto. Ma dubito che tu abbia completato l’opera indossando delle calze, piuttosto che quegli orribili collant che non tollero, così come non tollero la barriera del rossetto che, nella migliore delle ipotesi, è destinato ad essere da te mangiato insieme alle pietanze.”. Rimase di stucco, poi offesa reagì “Ma chi ti do il diritto ad entrare su come mi vesto? Come ti permetti?” “Sei tu ad avermene dato il diritto chiedendomi un ...
    ... parere che, per gentilezza, avrei taciuto. Forse preferivi una risposta accondiscendente, ma non rientra nei miei canoni non esporre ciò che penso. Ma se tutto questo ti desse estremo fastidio e fosse intollerabile, nessun problema. Le nostre strade non si erano incrociate ed abbiamo vissuto entrambi. Possono tornare a percorrere transiti diversi.”Povera Anna Maria, in un solo istante si trovò a demolire tutte le certezze che l’abitudine da dirigente le avevano dato. Lei, proprio lei, si trovava a subire le prescrizioni di uno sconosciuto. Era lì per andarsene, offesa e gli lanciò uno sguardo di fuoco, che si infranse sul sorriso con il quale aveva accompagnato quella perentoria frase. Si sentì smarrire, tremante non riuscì a rispondere nulla. Si accorse che non voleva perderlo, che poteva essere lui quella persona che poteva guidarla in posti sconosciuti ed accuratamente evitati. Si sentì attratta da tutto questo e si sciolse in pianto nervoso. Tutt’altro che commosso Roberto la rimirò piangere un po’ e.. si allontanò, per andarsene. Lei udì la sua voce chiamarlo, pregarlo di fermarsi, implorarlo quasi. Di chi era quella voce che andava contro la sua volontà? Perché non trovava invece il coraggio di girare le spalle e correre via?Quel sorriso, quel suo sorriso capace di sfondare ogni porta e quel suo sguardo magnetico, duro e caldo insieme che sapeva di possedere e che sapeva usare con maestria. Oggi era sicura che fu per questo che non scappò via e che lo implorò, ascoltata, ...
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