1. La Zia migliore del mondo


    Data: 21/04/2020, Categorie: Incesti Autore: Angela Kavinsky

    Cara dottoressa, sono più che sicura che ciò che è successo lo scorso sabato mi perseguiterà per tutta la vita. Il rapporto incestuoso che ho avuto con mio nipote è stato un grave sbaglio. Ho visto questo ragazzo crescere, diventare uomo. Come posso solo pensare di avere ancora un rapporto di fiducia con lui, con la sua famiglia, con mio fratello, ossia suo padre, che si è sempre fidato di me? Come farò a guardarli di nuovi negli occhi senza provare vergogna? Mi perdoni, forse la sto confondendo. Partiamo dal principio. La serata di sabato fu molto fredda, ma per Jennifer (detta “Jenny”) non era un grave problema. Con tutto l’alcol che aveva in corpo avrebbe anche potuto girare per la città in mutande senza gelare. Io non avevo bevuto quanto lei (se le gare di bevute fossero state uno sport, Jenny avrebbe la casa piena di trofei) ma ero certa di aver bevuto “un po’ troppo” diciamo, ossia di aver superato il mio limite entro il quale la mia capacità di giudizio rimaneva ottimale. Il taxi ci lasciò davanti casa mia. Una volta pagato il tassista, scendemmo entrambe dall’auto e la prima cosa che fece Jenny fu accendersi una sigaretta. «Anche stasera è stato un fiasco!» disse sbuffando fumo. La guardai. In quarant’anni Jenny non era cambiata. Era sempre stata bella, la più bella di tutte: quel viso magro, quel nasino all’insù, quegli occhi neri. All’inizio la odiavo perché si sa, le ragazze più belle sono anche le più stronze. E in effetti un po’ stronza lo è sempre stata ma a ...
    ... scuola, quando eravamo solo ragazze, mi prese in simpatia (forse per il fatto che la aiutavo con i compiti) e la nostra amicizia divenne solida come il cemento. «Un fiasco? Ma se tu e quel tipo con i capelli lunghi vi siete baciati per tutta la sera sulla pista da ballo?» Indossava un paio di stivali con tacco, jeans stretti, una camicetta leggera e un elegante piumino colorato a proteggerla dal freddo. Nonostante l’età, non aveva una ruga in viso. «Infatti. Penso di avergli fatto capire piuttosto bene quello che mi aspettavo da lui; gli ho infilato una mano nelle mutande!» Mi misi a ridere. «Sei la solita!». «Ci siamo baciati e poi, all’improvviso, lui è sparito… Pareva anche ben dotato lo stronzo…». Gettò il mozzicone di sigaretta in strada mentre pensavo tra me e me che Jenny aveva iniziato a tastare gli attributi ai ragazzi in discoteca da quando aveva vent’anni; da poco ne aveva compiuti cinquantaquattro e non aveva smesso di farlo. Era grottesco che una donna di quell’età si vestisse in quel modo e si divertisse a fare quelle cose, ma ormai è così che va il mondo; le discoteche sono piene di cinquantenni insoddisfatte. E poi, come dice Jenny, “54 è solo un numero”. Jenny si spaventò. «Hey Laura!» (esatto, mi chiamo Laura!) «Ma di chi è quest’auto?» «È la Punto di mio nipote Martin!» dissi. «Tuo nipote?» «Ma si dai, il figlio di mio fratello Gianluca; nel suo appartamento non gli funziona il riscaldamento e io lo ospito per un po’» «Perché non se ne torna con i suoi ...
«1234...8»