Regalo perverso per la loro amica
Data: 17/05/2020,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: LucasFromParis, Fonte: Annunci69
Sono passati molti anni ormai. Ripenso con tenerezza a ciò che ero. Mi sentivo forte e maturo. Trasgressivo ed esperto. Ma con il senno del poi mi rendo conto che ero poco più di un cucciolo di lupo. Ero già cacciatore, sapevo già come vivere esperienze. Non avevo già allora paura di tutto ciò che è bizzarro. Mi mettevo già in gioco. I semi della perversione erano già germogliati nel mio cervello. Quel giorno stavo azzardando molto. Forse troppo. Mi chiedevo con un po’ di trepidazione e un pizzico di paura se non stessi facendo qualcosa di troppo pericoloso.
Il demone però si era già impossessato di me. Quel demone che ti spinge sempre oltre. Quel demone che ti porta a inseguire i fantasmi senza briglie della tua immaginazione. Il percorso era stato lungo, iniziato ancora quando, ragazzino impacciato e introverso, sognavo di realizzare tutte quelle fantasie che prendevano corpo giorno dopo giorno. Dopotutto, perché no? Perché non cercare di vivere appieno, di gustare la mela del peccato senza fermarsi al primo morso? Era tutto così maledettamente fluido e naturale. Avevo scoperto che superare la linea d’ombra risultava molto facile. Dalla fantasia alla realtà. Bastava volerlo.
E così il demone si era lentamente impossessato della mia anima. La stava divorando morso a morso. Esigeva completa sottomissione. Riuscivo, sì riuscivo a mantenere controllo della mia vita. Avevo un lavoro, facevo sport, vivevo solo in un appartamento più che dignitoso nella grande città ...
... all’estero dove mi ero trasferito. Avevo fra 25 e 30 anni. Ed ero libero, indipendente, giovane. Però ero anche schiavo del demone. Lui mi spingeva a cercare ed accettare tutte le situazioni non banali, non scontate. C’erano anche gli incontri normali: un drink, il sesso a due che talvolta si prolungava e talaltra no. Ma non mi bastava; non mi poteva bastare. Volevo semplicemente trovare il limite. E non sapevo resistere una proposta ben formulata. Ero perfettamente conscio di tutto ciò. Mi ci abbandonavo senza resistere.
In quel treno mille pensieri mi attraversavano lo spirito. Quel treno regionale che di lì a poco mi avrebbe lasciato in una sperduta stazioncina alla periferia della grande e tentacolare città. Vi ero salito alla Gare Saint Lazare, alla fine di rue d’Amsterdam, che avevo raggiunto a piedi. Io amavo la faccia oscura di Parigi. Come sempre ero attratto dall’ombra. E mi ci stavo dirigendo. Dopo tanti anni, ricordo perfettamente il batticuore al momento di uscire di casa la sera. Era inverno, rivedo il buio. E avverto distintamente il batticuore, quel mix di euforia e paura che mi faceva sentire vivo. Nessuno sapeva dove stavo andando. Se mi fosse accaduto qualcosa nessuno avrebbe saputo come cercarmi. I miei amici storici e la mia famiglia erano a centinaia di chilometri. Non importava, non importava nulla. Pochi pendolari tardivi facevano ritorno nei loro dormitori di periferia. Io solo vi andavo con un obiettivo diverso.
Se chiudo gli occhi, rivedo ...