Donatella cap.4 - le avances di Gabriella
Data: 21/05/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti
Fu quando Gabriella mi scrisse il lunedì successivo che cominciai a preoccuparmi. Il messaggio diceva semplicemente di trovarci ad una certa ora allo stesso posto in cui l'avevo fatta salire in auto qualche giorno prima. Mi presentai puntuale ed ella era lì che mi aspettava. Notai subito il suo look, decisamente diverso dai soliti e cominciai a preoccuparmi. Indossava una gonna blu, delle calze nere, delle scarpe basse ed una giacca sempre blu sotto alla quale aveva una dolcevita bianca. Accostai ed ella salì in macchina. Ripartii subito andando verso la periferia per cercare un luogo appartato dove parlare. “Dove mi stai portando?”. “Mi allontano dal nostro quartiere, tutto lì”. “Abuserai anche di me come fai con mia madre?”, mi chiese con tono malizioso. “Ma che stai dicendo? Una settimana fa dovevo farti del male e adesso questo, ma per chi mi hai preso?”. Non disse più nulla finché non parcheggiai l'auto in un luogo lontano da sguardi indiscreti. Mi chiese cosa pensavo di fare questa settimana e se avessi trovato un luogo diverso da casa loro. Le dissi che non ero riuscito a trovare nulla. “Non è possibile!”mi disse, con tono cupo”Te lo avevo chiesto appositamente!”. “Non saprei dove andare”le risposi, quasi mortificato. “Bisogna trovare un posto! Ci sarà qualcosa da qualche parte che si presta a quello che ci serve”. “A quello che ti serve”, sottolineai. “Non mi sembra ti dispiaccia essere spiato quando la scopi. Se ti dispiacesse non avresti quelle gran prestazioni, ...
... eh?!?!”. Mi fece anche l'occhiolino. Effettivamente aveva ragione, ma odiavo quando mi trattava in quel modo. “Per questa settimana allora facciamo ancora a casa, ma dalla prossima cerco un albergo. Lo prenoto io e mi sistemo all'interno, prima che voi arriviate, in modo che quando arriverete io sarò già lì, ok?”. “Tu sei pazza!”, le dissi. “Probabilmente si, ma nemmeno mia madre scherza, vero?”. Aveva ragione. Non c'erano dubbi. “Ok. Allora all'albergo ci pensi tu. Possiamo tornare?”. “Aspetta. Che fretta hai?”. Fu quella domanda, insieme alla sua mano che si poggiò sul mio ginocchio a farmi capire che quanto avevo previsto si stava avverando. Deglutii senza sapere che fare. Notai che si voltò guardandomi con i suoi grandi occhioni, completamente diversi da quelli di sua madre che invece erano molto piccoli. “Secondo te sono bella?”, mi chiese sorniona. “Certo. Io penso che tu sia davvero una bella ragazza”, le risposi, quasi come se qualcuno mi stesse tenendo un fucile puntato. “Ti eccito?”. “Sapere che ci guardi mi eccita. Sì”. “Non ti ho chiesto questo. Ti ho chiesto se io ti eccito”. “Non ho mai pensato a te da questo punto di vista Gabriella. Hai la metà dei miei anni!”le dissi mentendo. Avevo pensato invece a lei come amante, ma avevo scalzato quei pensieri che ritenevo indecorosi in generale, ma soprattutto nei confronti di Donatella. “Sai che non ho l'intimo sotto ai collant? Se non sbaglio è una cosa che a te piace un sacco”, mi chiese all'improvviso. “No, non lo so. E ...