1. Donatella cap.4 - le avances di Gabriella


    Data: 21/05/2020, Categorie: Feticismo Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... scoprisse?”, le chiesi. “Ci ucciderebbe e lo direbbe immediatamente a suo padre. Ne sono certa”. Bene, pensai. Ecco come i genitori conoscono i propri figli. Quel pomeriggio stesso Gabriella mi scrisse dandomi le coordinate dell'albergo che aveva trovato per la settimana successiva. Aveva affittato due stanze attigue e collegate tra loro sia da una porta interna che dal balcone esterno. Io avrei dovuto convincere Gabriella a recarsi lì ed io ovviamente avrei dovuto pagare, anche se non costava troppo. La camera era disponibile dalle 9 alle 12, quindi avevamo un sacco di tempo. Quando glielo proposi, ella accettò subito. Inizialmente avevo pensato che avrebbe opposto resistenza, invece fu conquistata dal senso di novità di quella esperienza. “Mi sento già eccitata all'idea di andare in un albergo con te”, mi disse lunedì quando ci sentimmo al pomeriggio. “Veramente?”. “Sì, hai avuto una grande idea. Fa molto storia clandestina e mi intriga. Non sto più nella pelle e sto già pensando a cosa indossare o a cosa non indossare”. “Collant”, le dissi “portane più di un paio, ho in mente un paio di cose”. “Wow! Non sto più nella pelle. Sono curiosissima”. “Mercoledì è solo tra 48 ore, lo scoprirai in fretta. Hai delle scarpe con il tacco?”. “Sì, non troppo alto ma non le metto mai”. “Beh, indossale quel giorno. Tanto per cambiare”. “Ok. Sono eccitatissima”, mi disse lei. “Cosa ti eccita così tanto?”. “La situazione. Penso sia la clandestinità, ma soprattutto la location, proprio come ...
    ... si vede nei film. Sono qui sdraiata sul divano e mi sento tutta un calore...”. “Toccati, dai, fatti passare l'eccitazione”, le dissi, quasi per scherzo. “Vorrei fossi qui con me”. “Invece sono in autostrada e non posso fartela passare. Toccati, dai” insistetti, quasi per metterla alla prova. Ed ella accettò. “Sai quanti anni è che non lo faccio?”, mi chiese mentre già mugugnava, segno che stava cercando il proprio piacere. “Non penso troppi, viste le soddisfazioni che ti da tuo marito”. “Scemo”. “Come sei vestita? O sei già svestita?”, le chiesi. “Avevo la gonna, ma l'ho già tolta ed è in terra. Ma scusa un attimo, facciamo una videochiamata su Whatsapp?”. Accettai e fui costretto ad accostare in una piazzola. Non si vedeva benissimo, ma si sentiva alla perfezione. Aveva posizionato il telefono sul lato opposto del divano e da lì mi potei gustare un po' tutta la scena. Vedevo la sua mano, infilata dentro a collant e slip, armeggiare con il suo sesso. “Sei bagnata?”. “Sì, cazzo sono un lago”. “Infilati le dita, dai”, le suggerii. “Lo sto facendo. Mmmhh....”. “Fammi vedere le tette, dai...”, le chiesi. Allora ella si sfilò il maglione che indossava ed anche il reggiseno. Si strinse i capezzoli tra le dita e si avvicinò al telefono mostrandomele in primo piano. “Sei davvero una porca”, le dissi. “Sì, lo so, ma adesso voglio godere”, mi disse tornando al suo posto e infilando nuovamente le mani dentro a collant e slip. La osservai masturbarsi per altri dieci minuti, finché non la ...