1. Il giro di prova


    Data: 01/06/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... l’accelerazione, eccetera. Pochi minuti e già avevo capito che la sua era stata una buona scelta. Almeno questo esemplare sembrava non avere problemi di sorta. Però, per esserne certo, l’ho provata per quasi mezz’ora. Alla fine mi sono fermato e gli ho dato il verdetto.
    
    “Bravo Alex. E’ veramente una buona macchina. Complimenti”.
    
    “Grazie, Bruno. Sono contento che ti piaccia… almeno lei” e mi mise una mano sulla mia gamba nuda. Ci fu un attimo di silenzio.
    
    “Che vuoi dire con ‘almeno lei’?”.
    
    “Ecco…”. Abbassò lo sguardo e si fece rosso in viso, poi mi guardò intensamente. “E’ che… tu piaci molto a me”. Silenzio. Fece scorrere la mano accarezzandomi il pelo. Un brivido mi percorse tutto. Avevo capito bene? Ne ero contento, forse… Non sapevo che fare, che dire.
    
    Ritrasse la mano. “Scusami, fai finta che non ho detto niente”.
    
    Gliela ripresi al volo e la rimisi sulla mia gamba, tenendogliela ferma. “Alex… Mi sembra un’assurdità ma… forse… ecco… credo che anche io provo la stessa cosa per te”.
    
    Ancora silenzio. Ci siamo guardati, immobili. Intorno solo frinire di cicale. Pian piano ci siamo avvicinati. Le nostre labbra si sono sfiorate, si sono baciate. La passione, la voglia, sono andate via via aumentando. Le bocche si sono aperte, le lingue intrecciate. Gli ho tenuto ferma la testa con una mano, mentre con l’altro braccio l’ho stretto sempre più a me. Avevo paura che mi sfuggisse, che tutto svanisse come un sogno.
    
    La sua mano è salita al mio pacco ed ha ...
    ... trovato il mio cazzo già completamente rigido che premeva contro il jeans della tuta, quasi a volerla strappare. Il bacio è stato ancora più intenso, così come la pressione delle sue dita sul mio sesso. Mi sono staccato.
    
    “Alex… forse non è il caso…”
    
    “Lui non è d’accordo”, ha detto aumentando la tenuta con tutta la mano.
    
    “Alex… Potrei essere tuo padre…”
    
    “Quello che non ho avuto?”. Mi ha messo un dito sulle labbra per dirmi di tacere. A cominciato ad armeggiare con la mia patta. Ha fatto scendere la lampo, ha abbassato l’elastico delle mutande, ha inserito la mano nell’apertura, ha afferrato la verga e l’ha tirata fuori. Era un palo di acciaio caldo solcato di vene. Io non riuscivo a muovermi.
    
    L’ha guardato, mi ha guardato, è tornato ad ammirarlo, si è chinato sopra e mi ha preso la cappella in bocca, succhiandola e slinguandola.
    
    “A…lex… Ohhh”. Era esperto, accidenti se lo era! La bocca completamente aperta, le labbra (quelle belle labbra carnose) facevano fatica a contenere il diametro della mia minchia però andava sempre più giù, più giù, più giù. Dal tapparsi la bocca è arrivato a tapparsi la gola fino a farselo entrare nell’esofago. Lo ha preso fino alla base, fino al pelo. Un attimo e poi se lo è sfilato, tutto viscido di densa saliva. Un attimo ed ha ricominciato il meraviglioso pompino. Su e giù, su e giù.
    
    Cazzo! Ero su un altro pianeta. Avevo buttato la testa indietro, gli occhi fuori delle orbite. Rantolavo, grufolavo come un maiale. “Cazzo, Alex… Ohhh… ...
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