1. Di Noelle solo il ricordo


    Data: 03/06/2020, Categorie: Feticismo Autore: Paride, Fonte: EroticiRacconti

    ... ero single, non sarebbe stato un problema per me se non fosse che prima di partire avevo lasciato casa in disordine e probabilmente anche qualche piatto sporco puzzolente nel lavandino, questa volta però andai direttamente al punto: “You can stay chez moi for this night, if it’s not a problem for you..” Le dissi, praticamente sicuro che accettasse “I don’t know.. i’m sorry.. “ Mi rispose, con un’espressione che tradiva un po’ di imbarazzo, questa volta. Mi colse un po’ alla sprovvista, non volli insistere troppo però. “It’s not a problem for me, really, but I understand, you don’t know me, maybe we can look for another bnb..” Replicai, tirando fuori lo smartphone dalla tasca. “No no, it’s ok, you’re so nice” Disse lei, sorridendomi e posandomi una mano sulla mia che reggeva il telefono come a volermi dire di lasciare perdere. Guardai la sua mano che rimase per qualche istante di troppo sulla mia, poi alzai lo sguardo e le chiesi : “So… you will be my guest?” “Oui..” Fu la sua risposta. Poi le porsi la mano e mi presentai “Piacere, Giovanni” “Je suis Noelle” Mi rispose, stringendomela e lasciando sfuggire lo sguardo verso il basso. Noelle, che splendida creatura, durante il tragitto verso casa mia fantasticavo su quel che sarebbe potuto succedere finché non me la immaginai con il pancione, mi resi conto di stare esagerando. Una volta arrivati a casa mi scusai per il disordine, Noelle cercò di rassicurarmi che non le importava, poi le indicai il bagno se avesse voluto farsi una ...
    ... doccia, andai in camera a prenderle degli asciugamani e le chiesi se avesse fame. Lei si limitò a rispondermi con un cenno della testa, la vedevo affascinata dalle cose che vedeva per casa, sfiorava con i polpastrelli libri e dischi con un dolce stupore infantile, io restavo a guardala con lo stesso stupore, poi mi risvegliai dalla trance ed andai a cucinare qualcosa. Mi ricordai di avere in dispensa una bottiglia di cabernet sauvignon che mi aveva portato mio fratello dopo un viaggio in Francia e decisi di aprirla per fare un po’ il figo. Improvvisai velocemente una cenetta con quel poco che avevo in frigo ed apparecchiai la tavola con due bei calici di vino, poi misi su un cd di Coltrane e la chiamai a tavola. Durante la cena mi raccontò un po’ di lei, era belga e non francese come avevo pensato, mi disse che stava facendo un interrail di 20 giorni in Europa, che era già stata a Berlino, Praga e Milano ed era venuta da queste parti per fare un po’ di trekking sui sentieri a picco sul mare della riviera, si sarebbe incontrata la il giorno dopo con alcuni amici . Le chiesi come mai avesse prenotato da dormire così lontano e mi confessò che “le era sembrato vicino”. Dopo la cena ci spostammo sul divano per finire la bottiglia e continuare la chiacchierata, tenendoci però a debita distanza, non volevo in alcun modo farle pensare di avere intenzione di “volere qualcosa in cambio” anche se ci fantasticai praticamente senza soluzione di continuità. Pian piano che il livello della ...
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