La fidanzata troia
Data: 25/11/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves, Fonte: Annunci69
... guidare solo dai sensi.
Non c’erano dubbi: ora si stava facendo scopare e dai profondi movimenti su e giù del suo bacino, era evidente che lo stava facendo alla grande.
Dopo qualche minuto di quell’intenso smorza candela, lui la fece alzare in piedi, le fece appoggiare le mani alla panchina e iniziò a scoparsela da dietro.
Per la prima volta vedevo il cazzo che aveva profanato la mia ragazza ed era obiettivamente un uccello di tutto rispetto, non gigantesco, ma comunque di dimensioni più che buone e soprattutto sicuramente più grosso del mio.
Ora capivo cos’altro aveva trovato Alice di irresistibile in quel ragazzo.
Ma il paragone tra il mio uccello e quello del ragazzo non mi distrasse per molto, poiché la scena che mi si presentava davanti riuscì a sconvolgermi ulteriormente: il ragazzo, con i pantaloni solo in parte abbassati e mezzo culo fuori, stava fottendosi a pecora la mia ragazza con una foga tale, che vedevo chiaramente le chiappe bianche di Alice ballonzolare come se fossero sottoposte ad un’intensa seduta di elettro stimolazione.
Lei, sembrava non aver mai desiderato altro: gemeva e lo incitava a scoparla con sempre maggior forza. Con me non era mai stato così, non l’avevamo mai fatto in quel modo.
Ma del resto, noi avevamo sempre fatto l’amore, mentre quello era evidentemente puro e sfrenato sesso!
Mi stava tradendo e si stava lasciando andare come mai aveva fatto prima: mi sembrava di impazzire, ma non potevo fare a meno di godere nel ...
... vederla in quella situazione.
Dal variare dei lamenti e dei gemiti di Alice mi resi subito conto che stava venendo.
Almeno in questo la conoscevo e sapevo bene quali erano le sue reazioni ad un orgasmo.
Questo era sicuramente il più lungo a cui avessi mai assistito… sembrava non dover finire mai! Finalmente si rilassò, appoggiando anche la testa allo schienale della panchina.
Appena il ragazzo, esausto per il grande sforzo, si sedette accanto a lei sulla panchina, con i pantaloni abbassati e quel possente uccello ancora completamente duro, Alice, come morsa da una tarantola, gli si gettò addosso.
Dalla mia posizione, vidi distintamente la testa della mia ragazza scendere dal collo del ragazzo sempre più giù, finché non sparì completamente alla mia visuale.
Nascosta dallo schienale della panchina.
Ma non mi occorreva vedere… i sospiri del ragazzo erano fin troppo eloquenti: quella troia (che amavo come nessun altro al mondo) gli stava facendo un pompino.
Ormai si era lasciata fare di tutto e non era certo un cazzo in bocca che poteva cambiare la situazione; eppure, non so perché, ma trovai quel momento ancora più eccitante di tutto il resto.
Avrei voluto vedere se stava leccando e succhiando quel grosso pisello con la stessa selvaggia e sfrenata passione con cui si era fatta fottere la fica poco prima, ma non fu necessario, poiché, dopo pochi minuti, un urlo soffocato del ragazzo dimostrò che stava venendo.
Rimasero immobili in quella posizione per ...