1. Dorina


    Data: 09/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Mirosa

    ... solo centimetro, non di meno sentivo l’imminenza d’un nuovo orgasmo e volevo averlo con il suo cazzo ben piantato dentro di me. Mi raddrizzai per poi calarmi di colpo cercando d’impalarmi; sentii una fitta e il glande che cominciava a farsi strada nella mia nicchia. Al secondo tentativo Rocco mi cinse con le mani la vita e quando fui in fase discendente, mi tirò giù con forza, dandomi contemporaneamente il contraccolpo col bacino. Avvertii un forte bruciore che però fu sopraffatto dal piacere che stava espandendosi. Cominciai una furibonda cavalcata, aiutata da lui, che ad ogni mia discesa mi veniva incontro col cazzo, fino a che non mi sentii la vagina piena.
    
    «Quando hai finito le mestruazioni?» Feci il calcolo intanto che consumavo quel godimento masochistico fatto di piacere e dolore:
    
    «Undici giorni fa.» Gli risposi e studiando medicina capii il perché della sua domanda: infatti, cominciò a sborrarmi dentro, portandomi ad escludere dalla mia mente ogni cosa che non fosse essenza di piacere. Continuò più a lungo che poté, poi provai a proseguire io, però m’accorsi che il suo membro aveva esaurito il turgore e che si stava affievolendo dentro la mia vagina tumefatta.
    
    Rocco era nel pieno della potenza sessuale e aveva una voracità erotica sorprendente; da parte mia, avendo da poco scoperto i meravigliosi piaceri degli amplessi, ero sempre disponibile dimostrando addirittura sfacciataggine, quando la mia fica pretendeva d’essere presa in considerazione. Entravo nel ...
    ... suo ufficio con una finta pratica in mano, calavo la veneziana sul vetro della porta, tiravo su la gonna, le mutandine me l’ero già tolte per fare la pipì, ben sapendo quanto le piaceva l’afrore del mio sesso subito dopo che avevo orinato, mi sedevo sulla scrivania buttavo indietro il corpo e lui mi faceva godere usando la sua lingua sapiente. Lo stesso succedeva in casa, mentre l’acqua per la pasta bolliva, se lui non aveva steso completamente la tovaglia, significava che voleva l’antipasto; allora andavo in bagno a orinare per poi ripetere l’identiche cose che facevamo in ufficio. Ci capitava addirittura di fare il sessantanove allungati sulla moquette di quel locale da lavoro, oppure sul parquet di legno della cucina.
    
    Quella stessa estate andammo in vacanza in una località Caraibica. Per Rocco le ferie, volevano dire chiavare a più non posso; difatti mi diceva:
    
    «I soldi che risparmio, da vecchio me li ritroverò; ma se metto da parte le scopate, da vecchio non le ritroverò più. Perciò voglio spendermele fin che posso.»
    
    Devo confessare che quel tipo di vacanze piacevano anche a me e quella tarda mattinata, dentro il bungalow, m’ero appena alzata da letto e mi stavo avvicinando al tavolo, quando avvertii la sua presenza dietro di me, quindi, ben sapendo le sue intenzioni, mi misi in posa appoggiando il viso sul piano del tavolo e aggrappandomi ai bordi laterali. Non m’ero lavata, me la sarei sciacquata in mare, perché gli piaceva leccarmela grondante d’acqua salata; ...
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