Dorina
Data: 09/06/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Mirosa
... quando lo faceva, me la teneva un attimo aperta:
«Sembra una cozza.» Mi diceva:
«E ha lo stesso gusto.» Proseguiva dopo.
Dunque avevo ancora la vagina farcita dei miei umori e della sua sborra della notte, e a quell’impasto s’aggiunsero quelli che la mia fica stava producendo: Rocco mi faceva sempre quell’effetto.
M’abbrancò le tette e il suo cazzo non ebbe bisogno d’essere guidato, infatti, me lo trovai piantato tutto fino all’imboccatura dell’utero, poi mi concentrai sul suo esperto andirivieni, sentendo la nota sensazione di piacere che partiva dalla nuca per concentrarsi nella vulva. Ero in pieno orgasmo quando con un’intuizione improvvisa, sapendo che lo stava pensando anche lui, gli dissi:
«Si gioia mia!
«Ti ho fatto diventare una troia, una maialona.» Mi sussurrò intanto che me lo sfilava dalla fica.
«Si sono la tua puttana.» Lo dissi mentre portavo le mani all’indietro per divaricarmi il solco.
Attesi una breve frazione di tempo poi sentii la cappella calda e viscida che si faceva strada nello sfintere, dandomi una soddisfazione infinita.
«Sei pronta Dorina?»
«Si, prontissima! Senti come palpita il mio culo, perché ti vuole. Squarcialo, adesso, subito! Spaccamelo senza nessun riguardo! Fai si che prenda la forma del tuo cazzo.». Mi portò gli avambracci all’altezza dell’inguine, si attanagliò un polso con la mano, poi mi spinse violentemente il cazzo dentro le viscere, attirandomi con forza contro di se. Sentii i coglioni che mi ...
... sbattevano contro le labbra della fica; temetti che mi fosse arrivato fino in gola, poiché mi mancò il respiro. Il dolore fu lancinante e allo stesso tempo eccitante. Il membro che mi stava pompando furiosamente comprimeva la vescica al punto che in pieno orgasmo, non riuscii a contenerla e l’allentai.
«Amore godo tanto e non riesco a trattenere la pipì…»
«Si amore! Godi! Sborra e continua pure a pisciare.» Me lo diceva intanto che raccoglieva l’urina nel palmo della mano e me la dava da bere, la sorbiva anche lui, poi me la spandeva per tutto il corpo:
«Vengo! Sto per sborrare, troia mia! Godo! Ecco sto schizzandoti il mio amore dentro il tuo bel culo, il tuo pancino. Sentii un terremoto provocato dal sobbalzare del suo cazzo imprigionato dentro il mio sfintere; gli orgasmi provati fino ad allora, sparirono dalla mia mente subissati da quello che mi stava devastando in quel momento. Non riuscivo neppure a parlare, godevo e pisciavo e volevo che Rocco continuasse a pomparmi all’infinito, che mi facesse morire dal piacere e che magari morisse insieme a me. Quando me lo sfilò via dall’ano, provai un senso di castrazione, quasi un’amputazione. M’inginocchiai ai suoi piedi in adorazione di quel cazzo che era diventato mio feticcio. Glielo pulii per bene, con calma, assaporandolo e strofinandomelo su ogni componente del viso, poi corremmo sulla sabbia calda e ci tuffammo in mare; il contatto con l’acqua salata mi fece bruciare l’ano infiammato, nondimeno provai un senso di ...