Il collare - Cap.3
Data: 12/06/2020,
Categorie:
Zoofilia
Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti
... dovizia di particolari e relativa presa in giro. A seguire breve rassegna di luoghi comuni e battutte sul tema : gli uomini sono tutti uguali e vogliono sempre una cosa sola. Sentirla ridere di quel fatto mi avrebbe dovuto rassicurare. Se poteva scherzarci sù, non doveva essere poi tutta questa tragedia, giusto? Anzi, a dirla tutta, avrei dovuto riflettere sul fatto che l'avesse raccontato subito dopo aver espresso la propria frustrazione sessuale. Un associazione mentale di certo degna di attenzione... Invece ascoltarla mi fece sentire misero, patetico, impotente. Trottai fuori dalla stanza con la coda fra le gambe, acquattandomi in corridoio. Fissai la luce che veniva dalla porta della stanza di mia moglie fin quando, più tardi, non si spense. Nel buio, un'altra luce, più fioca, attirò la mia attenzione. Spinsi col muso la porta socchiusa della camera di mia figlia Michela. Era sul letto, addosso solo un paio di slip di cotone e una specie di canotta corta, un top lasco che arrivava appena all'obelico, dello stesso materiale. La stanza era pregna del profumo del doposole che doveva aver appena terminato di spalmarsi. Parlava al telefono, anche lei come la madre, raccontava la giornata appena trascorsa a qualcuno. Mi notò subito, seguendomi per un attimo con lo sguardo, poi venne riassorbita dalla sua conversazione. Un piccolo ventilatore muoveva l'aria nella stanza, scostandole di tanto in tanto i capelli. Il tono della sua voce era languido, sussurrato. Si accarezzava ...
... la pancia, piatta, asciutta come solo a quell'età, giocando col bordo sottile dei suoi slip. Matteo, chi era Matteo? Ricordavo un Matteo, un fidanzatino di diversi anni fà, quando ancora abitavamo a Roma. Ora, per quanto ne sapessi, non stava con nessuno. Era un tipo un pochino chiuso ed introverso Michela, nostante fosse indubitabilmente una bella ragazza. Gli occhi verdi, magnetici, della madre, ed un viso, forse leggermente meno 'elegante' (aveva preso un po' del mio naso a patata), ma comunque altrettanto femminile. Dal modo in cui parlava, come sorrideva e si leccava le labbra ogni tre parole, quello con cui parlava non era un semplice compagno di studi. Percepivo la sua eccitazione. Il tenore della conversazione, s'era scaldato parecchio infatti, e Michela aveva preso ad accarezzarsi con una certa insistenza da sopra gli slip. Sembrava totalmente dimentica della mia presenza. La guardavo accucciato in un agolo buio della stanza, restio ad avvicinarmi, ma altrettanto incapace di andarmene come avrei dovuto. Era sbagliato stare li a guardare, lo sapevo, ma l'impunità el'anonimato che mi davano quelle sembianze canine avevano già da un po' eroso la mia morale. Come mi aspettavo, dopo qualche minuto Michela si liberò dell'intimo. Prese a masturbarsi platealmente, la coversazione era diventata vero e proprio sesso telefonico. Giuliva, eccitata, si tirò sù sul letto in ginocchio, per un attimo sembrò cercarmi nell'oscurita. Apparentemente dopo avermi individuato, un sorriso ...