1. Il collare - Cap.3


    Data: 12/06/2020, Categorie: Zoofilia Autore: SBD, Fonte: EroticiRacconti

    ... di dosso. Forse perchè era al telefono, pensai. La frustrazione mi stava già assalendo, sapevo di aver poco tempo, poi d'un tratto sentii distitamente il cazzo puntarsi, i contorni umidi, quasi callosi di una fessura, un orlo carnoso contro la punta. Ebbi un microsecondo di esitazione prima di spingere, di penetrare mia figlia. Sentii le mano, le dita affusolate, fredde, di Michela afferrarmi il cazzo con decisione e urgenza prima che potessi riuscirci. Ecco, la frittata era fatta. Tuttavia, non venni scaraventato giù da letto come mi aspettavo. Mi guidarono più in basso, verso un'apertura dai bordi più soffici, dentro di lei, quelle dita sottili, invece. Lo fecero con grazia e con fermezza, tremavano. Sentii la stuzzicante irregolarità di ogni dettaglio delle sue zone intime scorrere contro il glande, poi la carne soda, zuppa di umori, avvolgermi. Non era stretta neache la metà di quanto mi aspettavo, forse perchè dopotutto Nerone non era poi così dotato. Compensai quello che mancava per dimensione con l'energia. Spinsi e spinsi ancora, forsennatamente, ormai incurante di quale potesse essere la reazione di Michela. Ci misi un pochino di più di quanto mi ci volle con Laura, venni comunque abbastanza in fretta. Non avevo sufficiente controllo per pensare di tirarlo fuori prima di finire come avrebbe fatto un uomo, un padre. Di certo comunque non rischiavo di metterla incinta... Mi abbandonai alla senzazione, un basso latrato scappò involontariamente dal corpo teso e ansante ...
    ... di Nerone. La cosa provocò un violento sussulto anche da parte Michela. "Sii! Riempimi, riempimi tutta! Vienimi dentro! Sento gli schizzi caldi dentro di me ..." "Eh? Ma che ti frega ora? Era solo il cane, avrà sentito qualcosa di fuori ... dai non ti fermare adesso, scopami! Voglio che continui a spingere fin quando non ti sei svuotato le palle, voglio fino all'ultima goccia ..." Oramai non avevo più molti dubbi che queste incitazioni fossero rivolte a me, a Nerone, più che al ragazzo al telefono. Spinsi ancora, sentivo un curioso formicolio, un senso di gonfiore, che poco rientrava nelle mie solite reazioni fisologiche dopo un orgasmo. Volevo assecondare comunque le richeste di Michela. Prese a sussultare, a grugnire, incitando me ed il suo ignaro Matteo in modo via via sempre più incoerente ed osceno. Mi sembrava di stare ancora venendo e che la fica di mia figlia si fosse come serrata attorno al mio cazzo, una specie elastica morsa. Provai a spingere ancora. Michela era provata, la faccia riversa sul letto, il braccio che reggeva il telefono penzolava fuori. Ad ogni spinta guaiva, il corpo s'irrigidiva, quasi ne soffrisse. Mi fermai. Ansimava. Io pure. "Michela? Ci sei? Tutto bene?" La voce del ragazzo arrivava sommessa, distante, allarmata, dall'altro capo della linea. A fatica lei si riscosse, lo rassicurò e salutò in tutta fretta, poi lasciò cadere il telefono a terra, esausta ed incapace di muoversi. Leccai una spalla, la schiena nuda, una specie di carezza prima di ...
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