1. Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (parte quarta)


    Data: 12/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Stalio

    ... segandolo, me lo lavoravo con la lingua, sopratutto intorno alla cappella, e sul filetto, questo mandava Gianni in orbita. Anche il manico ebbe la sua razione, e le palle, infine cominciai a succhiare, alternando risucchi forti a meno forti, poi lo tiravo fuori e leccavo, e segavo.
    
    Gianni era poggiato con la schiena contro il muro e mi lasciò fare per una decina di minuti, poi mi prese la testa e mi spinse l'uccello dentro, riuscivo a contenerne circa la metà, mi chiavò così in bocca per un po', poi mi tirò su' con una mano ed andammo in camera sua dove mi fece mettere con un piede sulla sedia e l'altro su uno sgabellino, per stare in alto all'altezza del suo cazzo, e con le gambe aperte. Mi puntò subito il buchetto, sentivo la cappella calda sul buco, e spinse mentre mi teneva stretto a se dai fianchi. Strinsi i denti e lo lasciai fare. Quando entrò dentro mi arrivò una forte fitta di dolore, poi lo sentii avanzare, farsi strada nella mia carne. Faceva male ma nel contempo sentirmi penetrato da quel palo di carne mi mandava fuori di testa, mi dava piacere, libidine.
    
    Quando lui partì a pompare ci misi poco ad incominciare a gemere. Sentire scorrere dentro quel manganello era incredibilmente bello, mi dava dei colpi così potenti da farmi sobbalzare verso l'alto. Continuò così per un bel po', perché dopo aver fatto la prima ci metteva più tempo a venire, ed io mi godetti quella penetrazione abbandonandomi totalmente a lui, al suo ritmo. Quando mi riempii nuovamente le ...
    ... visceri io ero già venuto altre due volte, senza neanche toccarmi. Così, spontaneamente.
    
    La terza volta mi prese direttamente nel bagno. Dopo avergli lavato 'l'attrezzatura' me lo caccio in bocca, gli piaceva da matti spingerlo dentro quanto più possibile e tenere la cappella con forza contro la mia gola. A volte facevo fatica a respirare e cominciavo a sbavare, allora lui mi mollava qualche attimo per farmi riprendere fiato e poi di nuovo dentro.
    
    Stavolta mi inculò in piedi. Mi fece girare con la pancia verso il lavandino e mi fece mettere un piede sul bidè per allargarmi le gambe, quindi da dietro mi puntò il manico e si fece strada nel mio culetto.
    
    Questa terza volta non sentii male, solo una leggera fitta al momento della penetrazione, niente di più, segno che il buco stava cominciando ad adattarsi al nuovo intruso.
    
    Dallo specchio posto sul lavandino potevo vedere il suo viso soddisfatto mentre mi infilzava, e nel contempo lui vedeva sul mio tutto il piacere e la libidine che mi stava procurando. Avrei potuto vedere le contrazioni, le smorfie, della sua faccia nel momento dell'orgasmo, e sarebbe stato bello.
    
    Ma lui aveva altri programmi. Dopo una decina di minuti in quella posizione mi mise le mani sotto le cosce, mi sollevò da terra, e senza estrarre il cazzo mi adagiò sul divano alla pecorina. E riprese a pompare, sempre più forte. Arrivava a tirarlo fuori del tutto, per poi rimetterlo dentro di botto, poi di nuovo fuori, e dentro. Io ero 'andato', un gemito ...