1. Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (parte quarta)


    Data: 12/06/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Stalio

    ... continuo, ed avevo perso la cognizione di dove ero e di cosa stavo facendo. Ebbi degli orgasmi, ma non saprei dire quanti. Ricordo solo l'ultimo quando mi inondò dentro ancora una volta.
    
    Passati gli effetti dell'orgasmo, ci stendemmo entrambi sul divano per far passare il fiatone, perché quell'ultimo amplesso era stato davvero intenso.
    
    "Marco mi stai facendo morire."
    
    Sorrisi.
    
    "Ma quanto ti piace farti inculcare?"
    
    Sorrisi ancora, poi: "Mi vergogno un po', però si, devo ammettere che mi piace tanto."
    
    "Non ti devi vergognare, non c'è niente di strano."
    
    "Ma a me piacciono, piacevano, no, piacciono ancora le donne."
    
    "E con questo? Una cosa non esclude l'altra."
    
    Parlammo ancora un po', finché mi resi conto che il tempo passava e ci rimanevano ancora una quarantina di minuti prima che i suoi tornassero a casa, ed avevo ancora una voglia per completare quel magnifico pomeriggio: farmi sborrare in bocca. E glielo chiesi.
    
    "Cazzo, Marchetta, stai diventando una vera puttanella."
    
    Dopo il passaggio in bagno per farselo risciacquare, dove l'uccello riprese presto vigore, si distese sul divano, incrociò le mani sotto la testa, e mi lasciò piena libertà.
    
    Quel pompino mi fece capire ancora una volta, mi diede ulteriore conferma, di quanto gusto provassi ad avere il suo cazzo in bocca. Fu in quei momenti che decisi di diventare bravo, di essere uno che i pompini li sa fare. Un pompinaro provetto.
    
    Era un modo per tenermi stretto Gianni, perché farsi ...
    ... succhiare il cazzo era una delle cose che più gradiva, la sua preferita.
    
    Quella pompa durò una mezz'oretta, lui era rilassato, ed io me lo lavorai a dovere. Alla fine mi sborrò in bocca, ma gli ultimi schizzi li diressi sulla faccia, poi di nuovo in bocca a succhiare per fargli durare l'orgasmo quanto più possibile. È come si contorceva per il piacere.
    
    Nei giorni successivi feci molta pratica, e diventai un esperto. Chiedevo a Gianni cosa più gli piaceva e lo mettevo in pratica. Mi inventavo nuove pratiche, capii che ero io a condurre il gioco, che ero io a decidere quando farlo venire. È questo mi diede potere su quel cazzo, sul 'mio' cazzo.
    
    Certo lui puntava spesso a ficcarmelo nel culo, era fissato con quello. Ma quando si distendeva e mi lasciava campo libero, con la lingua e succhiandoglielo riuscivo a farlo morire di piacere.
    
    Passarono un paio di settimane, consumate a furia di inculate e pompini, ogni occasione era buona. E prenderlo nel culo mi mandava in estasi. Lui, per iniziare, si faceva sempre spompinare, e nel mentre mi infilava un dito, a volte due, nel culo, e solo quello mi faceva sballare. Poi quando poggiava la cappella sulla rosetta rossa, era qualcosa di unico e quando entrava, mmmm.
    
    Di solito, ad ogni appuntamento, Gianni ne faceva al massimo tre, mentre io arrivavo anche a cinque o sei orgasmi, una volta a sette.
    
    Arrivò il mese di Agosto, e Gianni mi propose di andare al mare insieme a lui, per una o due settimane, o più, se per i miei non ...