1. Il ricatto


    Data: 20/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele

    ... Ho commesso uno sbaglio ma ora che cosa vuoi da me?" "Voglio che tiri fuori il mio cazzo dai pantaloni e che lo prendi in bocca" rispose con cattiveria. Inorridii. Ed esitai. "Ma che stai dicendo?" "Se non lo fai invierò a tutti il tuo bel video porno, anche ai nonni, così sapranno che razza di troia sei." Scoppiai in lacrime ma Lorenzo mi afferrò per i capelli e strinse fino a farmi provare dolore, facendomi sedere sulla tavola abbassata del WC e avvicinando la mia bocca alla patta dei suoi pantaloni. Io ero disgustata e cercai di sottrarmi ma lui li sbottonò e tirò fuori un'asta bianca e rigida strisciandone la punta sulle mie labbra. Cercai di tenerle serrate mentre il mondo pareva crollarmi addosso e le mie lacrime scivolavano giù fin sul sesso del mio "bambino". "Te lo ripeto per l'ultima volta. Succhia o premo invio!" disse con un sussurro irato che parve più forte di un urlo. La sua cappella spingeva contro le mie labbra che con grande coraggio dischiusi e il suo pene si fece strada dentro di me mentre i miei capelli venivano tirati con forza sempre maggiore. Sentii il sapore del sesso di mio figlio ed ebbi un conato ma lui mi minacciò pizzicandomi un seno con violenza. Ero allibita. Mio figlio mi stava stuprando, stantuffandomi in bocca i suoi venti centimetri. Iniziò a toccarmi dappertutto e si fece strada tra le mie cosce con le dita che poi mi strofinò su tutta la faccia. Non riuscivo ad essere arrabbiata e reagire ma ero tutto un misto di paura e senso di colpa. ...
    ... La sua stretta sulla spalla mi causava forte dolore. Speravo che finisse in fretta. Non riuscivo a guardarlo in faccia. Improvvisamente ebbe uno spasmo e capii quello che stava per accadere. Uscì dalla mia bocca e iniziò freneticamente a masturbarsi a un centimetro dalla mia guancia. Con rabbia mi disse: "Ora bevi tutto, puttana!" e un attimo dopo un fiotto caldo mi inondò la guancia. Lui direzionò il getto verso le mie labbra che io serrai disgustata senza poter impedire a parte dello sperma di arrivare alla lingua. Tossii violentemente. Il liquido caldo mi colava sulle spalle, fino ai seni e lui, selvaggiamente lo raccoglieva nelle mani e me lo spargeva sulla bocca e sul viso. Mi sentivo umiliata e distrutta. Lui ebbe un ghigno e mi disse: "Non è finita qui, brutta troia! Domani ti darò il resto. Ti sei fatta sbattere nel letto di papà come una liceale. Mi fai schifo!". Senza darmi il tempo di replicare uscì dal bagno e salì le scale fino a chiudersi nella sua stanza. Rimasi lì, sola come non ero mai stata in vita mia, nella mezz'ora più brutta della mia vita. Ero in una situazione complicata e non potevo confidarmi né chiedere aiuto a nessuno. Dopo essermi lavata per bene la bocca (strofinando energicamente lo spazzolino da denti) e il corpo con il sapone e aver gettato quei luridi panni da prostituta, mi recai in cucina. Ora la casa era tornata buia e silenziosa. Aprii il barattolo dei tranquillanti e il primo istinto fu di ingoiarli tutti e farla finita. Ne buttai giù ...
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