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Il ricatto
Data: 20/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele
... tre, sperando che bastassero. Mi svegliò Paolo con un bacio quando erano ormai le 11 passate. Sperai che tutta la giornata appena trascorsa non fosse che un bruttissimo incubo. Mi marito fu molto premuroso. Sembrava preoccupato per me e (anche se non poteva saperlo) ne aveva tutte le ragioni. Mi conosce troppo bene. Appena fui sola, dopo averlo rassicurato, controllai se c'erano nuovi messaggi. Non avevo il coraggio di affrontare Lorenzo di persona. Purtroppo c'era un allegato. Era una foto di me della notte precedente, scattata da lui mentre lo sperma sbrodolava sul mio petto colandomi dalla bocca. Restai di sasso. Abbassando lo sguardo imbarazzata non me n'ero accorta ma quella serpe cresciuta nel mio ventre era arrivata a questo punto. Nella foto sembravo una pornostar. Era molto peggio dell'inquadratura carente di luce e approssimativa della telecamera nascosta in camera da letto. Sotto c'erano due righe scritte: "Scendi a pranzo con una gonna corta o questa foto farà il giro dell'ufficio dove lavori." Ero completamente fregata e mi prese lo sconforto. Lorenzo era un porco depravato e mi stava facendo pagare un tradimento in maniera davvero ignobile. Raccolsi tutto il mio coraggio accantonando la dignità per il bene del mio matrimonio, consapevole che la situazione stava precipitando, e scesi per il pranzo. Paolo mi accolse col suo solito buonumore e mi chiese se stavo un po' meglio. Lorenzo si finse affabile. Era ai fornelli e stava preparando lui il pranzo. Ci sedemmo ...
... a tavola, mangiammo e bevemmo vino in un'atmosfera fredda e silenziosa, animata solo dalle domande di mio marito sugli studi di Lorenzo. Io pensavo ad altro e aspettavo solo di capire cosa intendeva farmi subire. Passivamente ascoltavo tutti quei discorsi dei quali non m'importava nulla. Vedevo Lorenzo sorridere e lo ricordavo nel bagno la notte precedente, sadico, ghignante e dominante mentre mi veniva in faccia con disprezzo. Lo scorrere (lento) del tempo a tavola fu interrotto da una vibrazione del cellulare. Il messaggio era di mio figlio: "Vediamo se sai essere troia anche quando c'è papà presente. Solleva la gonna e masturbati sotto la tavola. Non provare a obiettare!". Ecco dunque un'altra perversione alla quale dovevo sottostare. Cercai di liberare la mente e non pensare al ricatto o al sentirmi così "sporca" visto che c'era in gioco il mio matrimonio. Per darmi coraggio buttai giù un intero calice di vino rosso e con un po' d'impaccio sollevai discretamente la gonna, spostai le mutandine e iniziai a carezzare il clitoride senza troppa convinzione. Paolo era seduto all'angolo sinistro del tavolo ed ero sicura che non avrebbe potuto vedermi. Bevvi un altro bicchiere per domare la vergogna e sentii una sensazione di leggero calore tra le cosce. Le mie dita s'inumidirono, avvertii il rossore delle mie guance. Mi stavo scaldando (in tutti i sensi). Lo smartphone vibrò e sul display apparve una foto "rubata" da sotto la tovaglia del mio medio intento a massaggiare il mio ...