1. Dalia - cap. 20: that's business!


    Data: 26/06/2020, Categorie: Tradimenti Autore: DonEladio, Fonte: Annunci69

    Agosto si presentò torrido e afoso, senza offrire scampo alcuno ai superstiti del paese, mentre i più fortunati erano già partiti per mete più fresche: era il caso di Salvatore, che chiuse il pub per un mese intero (il locale lavorava quasi esclusivamente con i pranzi di lavoro) e di mio nipote Filippo, che fu letteralmente costretto da mio cognato Alfio a partire col resto della famiglia in camper: a poco valsero le proteste del ragazzo ormai diciottenne, almeno per quest’estate ancora niente vacanze con gli amici. Se a questi aggiungiamo che Jasmine era al mare coi miei suoceri e mia madre già da qualche settimana, in paese eravamo rimasti solo noi.
    
    A me mancavano ancora pochi giorni di lavoro prima di godermi le mie tanto agognate due settimane di ferie e fuggire altrove in cerca di refrigerio e spensieratezza; sono le giornate più lunghe, quelle in cui hai poco o nulla da fare, ma sei comunque costretto a stare in ufficio imbambolato davanti allo schermo del PC: lavoravo come impiegato commerciale presso una piccola azienda di import-export e le mie mansioni consistevano nel gestire il portafoglio clienti, generare fatturato da essi e acquisire nuovi contratti. Non sono un fenomeno, anzi: del reparto commerciale facciamo parte io, 2 colleghi e il capo, che svolge anche le mansioni di direttore vendite e sono ormai 2 anni che ottengo i risultati peggiori di tutti; ormai è diventato normale che, a fine mese, le mie vendite siano nettamente inferiori a quelle di Giuseppe ...
    ... e Antonio, i miei due attempati colleghi di 50 e 53 anni, che nonostante si trascinino stancamente verso la pensione risultano assai più utili all’ azienda di me, e addirittura di Giacomo, il mio capo, nonostante lui si occupi di attività commerciali in maniera molto ridotta, dovendo fare anche da amministratore; qualche tempo fa non ero male: la mia buona dialettica e capacità di gestione del cliente produceva discreti risultati, ma da tempo ormai avevo perso ogni motivazione: non vedevo alcuno sbocco di crescita in quell’ ambiente così chiuso, dominato da quel padre-padrone di Giacomo che teneva sotto controllo ogni aspetto aziendale tenendo a guinzaglio un ristretto numero di cagnolini; contemporaneamente la mia innata pigrizia e la mia età non più giovanissima costituivano un deterrente alla ricerca di un nuovo posto di lavoro, per cui ormai mi trascinavo verso fine mese in attesa dello stipendio che mi consentiva di mantenere la mia famiglia. Il capo, ovviamente, era molto insoddisfatto di me e non perdeva occasione di farlo notare, anche pubblicamente, ogni volta che si tiravano le somme: cominciavo seriamente a temere che stesse per darmi il benservito.
    
    Fortunatamente eravamo ormai agli sgoccioli: ancora 5 giorni e sarebbero state ferie, non avrei più dovuto subire le battute sarcastiche e gli sguardi di rimprovero, ancora pochi giorni in ufficio e soprattutto quella grandissima rottura di palle della cena aziendale estiva; ma dico io, ma che razza di abitudine è la ...
«1234...10»