Veglione di capodanno (1)
Data: 27/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: crigio, Fonte: Annunci69
Per le ferie natalizie vado a trovare i miei in Calabria. Arrivato decido di contattare un vecchio amico che, tra una cosa e l’altra, mi dice di avere organizzato un veglione di capodanno in una villa vicino al mare. Mi chiede se mi va di andarci ed io rispondo di sì.
Giuseppe, il mio amico, è sempre stato una vacca da monta. Ha sempre preso dei gran cazzi, di solito a gruppi, e sono sicuro che anche stavolta ci scapperà una bella orgia.
La sera del 31 dicembre, a casa dei miei genitori, facciamo un bel cenone con tutti i piatti tradizionali. Dopo la mezzanotte, saluto e mi ritiro in camera e in bagno per prepararmi al veglione. Conoscendo i miei polli, mi faccio un clistere per svuotare gli intestini e indosso qualcosa di comodo da poter levare in fretta. Esco di casa e mi dirigo in macchina verso la località di mare dove si trova la villa di Giuseppe. La riconosco subito, per il casino di auto parcheggiate attorno. La musica è già a palla e si sente dalla strada. Suono il citofono, ma naturalmente nessuno mi sente e aspetto un po’. Poi mi decido a mandare un sms al mio amico e, in pochi secondi, il portone si apre.
“Ma ciao, stallone!”, mi saluta affettuosamente Giuseppe. L’ultima volta che ci siamo visti io ero ancora soltanto attivo e spesso mi sono scaricato i coglioni nel suo culo.
Lui non sa che nel frattempo ho scoperto anche il piacere di farmi scopare…
“Ciao, caro! Come stai?”, ricambio i saluti.
“Bene, bene! Dai, accomodati e divertiti!”, mi fa ...
... e ci dirigiamo verso il salone dove sono già presenti diversi ragazzi, naturalmente tutti maschi. Questo mi conferma che c’è nell’aria l’idea di combinare qualcosa di porco. Comincio a guardarmi intorno, prendo da bere e scambio quattro chiacchiere con qualcuno. Si balla e si fa gli scemi: i soliti trenini di capodanno e le solite musiche deficienti che salutano l’anno nuovo.
Dopo un po’, stanco, vado a sedermi sul divano e con lo sguardo cerco Giuseppe. Non lo vedo da nessuna parte. Mi alzo e mi rendo conto di dovere pisciare. Ho bevuto troppo e adesso devo svuotare la vescica. Vado alla ricerca di un bagno, ma davanti alla porta di quello del piano terra c’è al coda. Individuo le scale che portano al piano superiore e le salgo. Già dagli ultimi gradini scorgo anche lì una lunga fila che finisce davanti ad una porta socchiusa.
“Ma che fanno qua? Pisciano con la porta aperta?”, mi domando stupito. Allora supero la coda e mi avvicino alla porta. Procedendo, mi rendo conto che quella stanza non corrisponde a quella in cui al piano di sotto c’’è il bagno, quindi suppongo che dietro ci sia qualcos’altro. Dalla fessura scruto dentro: è una camera da letto e all’interno vedo Giuseppe inginocchiato sul materasso che rimbalza sul ventre di un ragazzo, mentre un altro lo sta scopando in bocca. Mi volto a guardare la fila e mi accorgo che tutti i tipi fermi in fila indiana si stanno strizzando il pacco. Forse prima non ci avevo fatto caso o, forse, avrò pensato che, tenendoselo ...