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Poker, maledetto poker
Data: 01/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Cuckold Sesso di Gruppo Autore: Zorrogatto
Quando una giornata è storta, è storta e basta. Che poi, avrei dovuto capirlo, ma quando mi impallo… Quella gente sembrava simpatica, decente e abbiamo subito familiarizzato, lì nel bar. E tutto perché uno di loro ha involontariamente urtato Giulia, facendole versare sul tavolino la pinhacolada. Ci siamo girati irritati verso quel goffo idiota, che però si è scusato molto cortesemente e facendo dei grandi sorrisi a Giulia ed ha, poi, insistito per offrirci un giro. In effetti, lei aveva appena assaggiato l'aperitivo e poi era simpatico, cordiale e penso che a mia moglie non dispiacesse. Si è presentato come Arturo e, quando è stato raggiunto dai suoi amici, ha fatto le presentazioni: altri tre tizi, dall'aria più tetra e vagamente minacciosa rispetto a lui, ma comunque educati e gradevoli. Noi due non avevamo ancora deciso come passare la serata e quindi accettammo di buon grado l'immancabile quarto d'ora di chiacchiere, prima che le nostre strade si dividessero. Sia Arturo che Flavio, uno dei suoi amici, scherzavano con Giulia, riempiendola di complimenti, ma comunque rimanendo nella conversazione tra noi. Quasi sul punto di lasciarci, uno di loro accennò al come avrebbero trascorso la serata e disse la parola magica: poker! Io adoro farmi un pokerino, ogni tanto, e quindi fui molto interessato alla cosa. Perciò venni a sapere che stavano per andare nell'officina dove viveva uno di loro -Albert, un albanese- dove è stata ricavata una stanzetta che il gruppetto usa per ...
... questo loro passatempo. Avendo saputo che giocano poche decine di euro, chiedo se mi avrebbero voluto al loro tavolo, nonostante Giulia sbuffasse, in previsione di una serata noiosa, per lei. Vedendo il suo scazzo, Arturo le assicurò con un sorriso che c'era anche un televisore e che se si fosse annoiata di guardarci giocare, poteva sempre guardare un po' di tv. Così con Giulia imbronciata, seguii le due auto del gruppetto fino ad un lotto della zona industriale e ci fermammo davanti ad un capannone. Albert scese ed aprì il portone, facendoci parcheggiare all'interno; poi richiuse. La famosa stanza era gradevole e piacevolmente riscaldata, nella serata fresca. Un tavolo rotondo, già coperto dal tappeto verde, aveva intorno quattro sedie, ma altre sedie erano da una parte. Un televisore da trentadue pollici era su un mobiletto, davanti ad un vecchio divano a tre posti ed uno scaffale con pochi libri e qualche vecchio giornale completava lo scarno arredamento. Un carrello, con sopra bottiglie di liquore e bicchieri, era vicino al tavolo. Mi sedetti ed acquistai fiches per una cinquantina di euro e poi, mentre Giulia imbronciata cercava, seduta sul divano con le belle gambe raccolte sotto il suo delizioso culetto, un programma che la interessasse, cominciammo a giocare. Vincevo e perdevo, senza colpi clamorosi, ma dopo un paio d'ore mi trovai con una sola fiche da cinquanta centesimi, per cui chiesi un'altra posta da cinquanta. Albert, che aveva davanti fiches per una quindicina di ...