1. Secrezioni: "Lezione privata"


    Data: 02/07/2020, Categorie: Masturbazione Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... sedia di fronte a me e portandosi la mano destra fra le cosce. È in quel momento che noto il boschetto, folto ma curato, castano chiaro come i capelli. Vorrei annusare quel corpo fresco di diciottenne, attingere alla fonte l’afrore pungente che esala dalle sue pieghe e che mi ghermisce l’olfatto, eccitandomi come una bestia, ma mi concentro sull’uccello, segandolo lentamente. “Quando me lo infila nel buchetto”, continua come se riprendesse un discorso interrotto, “sembra che stia facendo una rettoscopia. Sottile e lungo, con la testa inclinata a sinistra, lo sento frugare dentro di me, come un topo nella spazzatura”. “Oh, Rosita”, sospiro aumentando appena il ritmo della raspa, “mi faresti venire soltanto con le parole...” “Ma il cazzo che per me è il nonplusultra è quello di Riccardo”, dice con voce sognante, mordendosi il labbro inferiore e chiudendo gli occhi, non badando ancora una volta al mio commento. “E chi è Riccardo?”, chiedo. “L’uomo di mia madre, te l’ho detto che non è mio padre”. “Capito...” “Spesso quando torno da scuola loro sono in casa, chiusi in camera... Si sentono scopare da in mezzo alle scale, le urla di mamma e i grugniti da porco di Riccardo... non ti dico le lamentele della signora di sotto”, continua come in trance, accarezzandosi l’interno della fica con le dita della destra e stropicciandosi il clitoride con l’indice e il medio della sinistra. “Quando ne ho voglia, e cioè quasi sempre, entro nello sgabuzzino che confina con la loro stanza, ...
    ... incollo l’orecchio alla parete e mi tocco fino a venire come una fontana”. “Mmm... Rooosiiita”, ansimo velocizzando il lavoro della destra. “Poi, un giorno torno e lui è solo in casa. Steso sul divano, il petto nudo e largo, i bicipiti scolpiti e tatuati, le cosce poderose, muscolose, e il cazzo lungo un avambraccio stretto nel pugno, si stava masturbando alla grande e non mi ha sentito entrare. Rimango pietrificata sulla porta del salotto, incapace di muovermi, ipnotizzata, non riuscivo a scollare gli occhi da quel coso asinino, bello come una scultura in legno, fin quando non l’ho visto schizzare in aria fiotti di sperma che sembravano non dover finire mai”. Sento che sto per venire, mi mordo anch’io un labbro per ricacciare indietro l’orgasmo, punto lo sguardo verso un angolo del soffitto per distoglierlo dal corpo nudo e sudato che ho davanti, e che inturgidisce i capezzoli - li scorgo da qui, dritti dritti - e suda, e che stringe e apre le cosce, agitando il culo sulla sedia. “Quel cazzo da allora me lo sogno notte e giorno, ce l’ho sempre davanti, in ogni momento della giornata, condiziona la mia vita in casa, sempre alla ricerca della sua patta, alla bestia lì intanata, per vedere se è gonfia, se reagisce agli stimoli che le invio gironzolando in mutandine e canottiera, sculettando come una cagnolina in calore...” “E... re... a... gi... sce?”, trovo la forza di sillabare, oramai prossimo all’esplosione. “Eccome se reagisce!”, risponde pronta, infilandosi dentro due dita e ...
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