1. Ma chi me lo doveva dire ... (5)


    Data: 04/07/2020, Categorie: Etero Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    Mi prese per mano e, nudi come eravamo, mi portò fuori sul patio e di li su per le scale fino al terrazzo. La villa era praticamente isolata quindi non c’era di che preoccuparsi.
    
    In cima Mara e Giò erano distesi nudi su un grandissimo materasso gonfiabile, in posizione testa – piedi.
    
    -Tesoro, tutto bene? Ti ho sentita fin da quassù.
    
    Anna sorrise e andò a distendersi accanto a Mara abbracciandola come una bambina farebbe con la madre. Mara la baciò, poi le sollevò il mento e la fissò a lungo.
    
    -Ti ha fatto male l’uomo cattivo?
    
    -Mmmh … - assentì lei ma con un sorriso beato – Mi ha castigata per bene.
    
    Giò soffocò una risata. Mara vi fece cenno di avvicinarmi ed obbedii. Improvvisamente mi afferrò per i genitali, decisa ma senza farmi male.
    
    -Ehi! – tentai di protestare.
    
    -Zitto monellaccio! In ginocchio!
    
    Obbedii. Mara mi attirò più vicino e lappò il mio glande, facendo poi schioccare la lingua.
    
    -Non male. Lo hai assaggiato? – chiese ad Anna senza lasciare la presa. Anna fece di no con la testa e si sporse per avere la sua parte. Chiuse le labbra delicatamente attorno alla cappella e succhiò dolcemente come se assaggiasse un gelato.
    
    -E’ vero. - mormorò rivolgendosi a Mara. E si chinò su di lei per un bacio, profondo e lungo.
    
    Non era uno spettacolo da lasciare insensibili, neanche ad orgasmo appena avuto, e la mia mazza rispose repentina.
    
    -Ehi, ehi! Cosa abbiamo qui? – disse Mara fingendo meraviglia. – A quanto pare qualcuno ha bisogno di una ...
    ... lezione!
    
    Ed afferrò il glande tra i denti, senza stringere, ma grattandoci sopra. Mi fissava con quegli enormi occhi verdi, scintillanti come quelli di un predatore a caccia. Quindi tirò a sé il pene e vi chiuse le labbra attorno, succhiando con forza, facendomi gemere. Anna si alzò in ginocchio e mi afferò il volto tra le mani.
    
    -Ti fa la bua? – mi chiese facendo la vocina consolatoria.
    
    -Si! – dissi tra i denti – Ti prego, dammi la medicina.
    
    E mi infilò la lingua tra le labbra, giocò con la mia e quando feci il contrario me la succhiò con vigore, facendola scivolare fuori tra le labbra strette. Giò intanto assisteva allo spettacolo a bocca aperta. Gli feci cenno di nascosto di intervenire. Si avvicinò alla schiena di Anna e la abbracciò da dietro.
    
    -Aiuto! – strillò lei ridendo e lasciandosi cadere all’indietro, sopra Giò. Mara non smise di far tiri al narghilè, anzi si sdraiò più comodamente, costringendo me a restare in ginocchio. Con la mano le accarezzai il fianco, scendendo verso l’inguine, ma mi diede uno schiaffo sulla mano per fermarmi. La guardai sorpreso ma lei non smise di succhiare e lappare, tirando indietro la pelle sull’asta per scoprire meglio il glande. La mano che mi aveva colpito prese ad accarezzarmi lo scroto ed un dito malandrinamente scivolava verso l’ano, ogni volta più audace, finché con una pressione decisa, lenta ma continua, penetrò. Una maestra raffinata di perversioni stava facendo sfoggio di un repertorio a me totalmente sconosciuto. ...
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