1. Ma chi me lo doveva dire ... (5)


    Data: 04/07/2020, Categorie: Etero Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    ... Ma ciò che mi affascinava era il controllo che mostrava della situazione.
    
    -Ti prego, mia signora – mormorai – concedimi di bere il tuo nettare. - Sorrise, tenendo la cappella tra i denti, anzi rise. Senza scomporsi, piegò la gamba, restando sul fianco e con due dita allargò le grandi labbra da cui sfuggì una lacrima di umore vaginale. Mi distesi anch’io sul fianco cominciai a leccare e bere avidamente da quel magnifico fiore, carnoso come un’orchidea. Afferrai tra le labbra il clitoride, grande quando un legume, e lo succhiai vigorosamente. Mara rispose abbracciando il mio bacino e stringendomi a se. Ed ero così preso dal quel leccare, bere e succhiare che quasi non sentivo più la bocca di Mara attorno a me. Come in un sogno sentivo i gemiti di Anna e Giò, li accanto. Improvvisamente Mara mi spinse facendomi rotolare, ma senza staccarsi da me: cominciò a premere l’inguine contro la mia faccia ed io risposi succhiando ancora più vigorosamente o penetrando con la lingua più profondamente che potevo. Mara gemeva, quasi urlava e più di una volta fu scossa da fremiti, finché si lasciò andare. Avevo il volto completamente bagnato dei suoi umori e me ne stavo disteso, ad occhi chiusi quando, all’improvviso, mi sentii leccare la faccia. “E ‘sto cane da dove esce?” pensai, ed invece era Anna. Le afferrai il viso:
    
    -E tu, cagnolino, cosa fai? – le chiesi.
    
    -Ti asciugo la faccia, sei tutto bagnato. Le sorrisi e la baciai.
    
    -Ora che si fa? – chiese Giò annodando il preservativo ...
    ... che avevano usato lui ed Anna. Decidemmo di continuare a prendere il sole, almeno per rinfrancarci un po’, e finimmo con l’addormentarci. Dormimmo per quasi un’ora, o almeno io lo feci. Quando mi svegliai Anna era raggomitolata accanto a me, Giò invece era disteso dietro di lei e le poggiava una mano sulla spalla. Delicatamente mi districai dall’abbraccio e Anna si rigirò verso Giò, continuando a dormire.
    
    Scesi al piano terra dove trovai Mara in pareo, nel patio, che leggeva. Abbassò il libro e mi guardò da sopra gli occhiali.
    
    -Ciao! Una doccia?
    
    -Credo proprio di si.
    
    -Andiamo! – e mi prese per mano trascinandomi in casa; lungo il tragitto si tolse il pareo buttandolo su un letto e mi tirò con sé nel box. Naturalmente non avevo inteso in quel senso ma Mara, come avevo già notato, manteneva il controllo della situazione. O sapeva come sorprenderti, e a me il gioco cominciava davvero a piacere … tranne quell’unico istante di pura agonia che chiunque ha conosciuto trovandosi sotto il primo getto di acqua, immancabilmente gelata anche in piena estate, dopo una lunga esposizione al sole.
    
    -‘Cci tua! – mi lasciai sfuggire scatenando l’ilarità di Mara.
    
    Bisogna dire che poche immagini sono sensuali come quella di una donna che volge il capo verso il getto dell’acqua e, sciogliendosi i capelli, prende a lavarli e massaggiarli. Restai li a godere di quello spettacolo, dei seni che si sollevavano ed abbassavano assieme alle braccia, all’espressione assorta e sorridente ...