1. Ma chi me lo doveva dire ... (5)


    Data: 04/07/2020, Categorie: Etero Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    ... di lei che godeva di quella pioggia rinfrescante. E poi, la magia: aprì gli occhi, meravigliosi smeraldi dalla luce penetrante che mi inchiodarono come lo sguardo di Medusa. E giuro che se lo fosse stata in quel momento non avrei avuto il più piccolo rimpianto a restare pietra per l’eternità. Mi sorrise, probabilmente abituata a quel tipo di reazione:
    
    -Che c’è? – chiese con sfacciatamente falsa ingenuità. Sorrisi anch’io.
    
    -Mi piacerebbe lavarti i capelli …
    
    Sembrò sorpresa della mia offerta e, senza una parola, si voltò dandomi le spalle. Diluii dello shampoo in un vasetto e cominciai a massaggiarle i capelli. Morbidi, corposi: era un piacere sentirli tra le dita, era come affondare le mani nell’acqua di un torrente di montagna. Le massaggiai il capo e davvero provavo un piacere che non sapevo più paragonare ad altro. Lavai via la schiuma passando delicatamente le dita tra le chiome più e più volte sotto il getto d’acqua, attento agli eventuali intrecci. Mara si voltò di nuovo a guardarmi.
    
    -Sei bravo. – mormorò. Mi cinse i fianchi con le braccia e mi baciò. – ora pensiamo al resto del corpo.
    
    Prese una saponetta e cominciò a strofinarmela sul petto per poi allargare il massaggio alle spalle, ai fianchi e alla schiena. Si accovacciò e si dedicò ad una coscia prima, poi alla gamba e ripeté il processo sull’altra. Restando in quella posizione infine, con gesti lenti e studiati, mi massaggiò anche l’inguine, passando diverse volte le mani insaponate sullo scroto e ...
    ... sul membro. Tirando poi delicatamente la pelle lungo l’asta, scoprì il glande dove con raffinata crudeltà provvide ad insaponare a lungo la parte, insistendo sul solco alla base della cappella e lungo il frenulo. Si rialzò e mi porse la saponetta.
    
    -Ora tocca a te! – mi sfidò con l’aria strafottente di una ragazzina. Oh, se mi sarei vendicato!
    
    La feci voltare e con studiata lentezza cominciai a massaggiare le scapole descrivendo cerchi che passavano sulle spalle, scendevano lungo le braccia e risalivano lungo la spina dorsale. E qui mi soffermavo, rallentando e premendo leggermente più forte con i pollici. Poi, scendendo lungo i fianchi mi concentrai sui suoi magnifici glutei e sulle Valli di Venere, estremamente delineate.
    
    “Impastai” i glutei, provocandole finalmente qualche ansito, e continuai scendendo lungo le cosce. I pollici erano indolenziti ma i gemiti di Mara mi ripagavano della fatica e continuai così anche se in quella posizione massaggiare i polpacci fu massacrante. Quindi risalii, con massaggi meno energici lungo i lati delle gambe ed i fianchi e, arrivato alle ascelle, le feci alzare le braccia. Lei si lasciò andare contro il mio petto, poggiando la testa alla mia spalla e passando le mani dietro la mia nuca, così io potei passare al momento clou: con molta dolcezza presi ad accarezzarle i seni, sodi e pieni, con movimenti lenti e regolari, dall’esterno verso l’interno e verso l’alto, giocando ogni tanto con le dita sulle areole ed i capezzoli. Lasciai poi ...