1. Ma chi me lo doveva dire ... (5)


    Data: 04/07/2020, Categorie: Etero Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    ... scivolare una mano sul ventre, mandando le dita a giocare stavolta col suo ombelico, ed infine entrambe le mani si congiunsero sul pube, scivolando attorno ad esso giù, fino all’interno delle cosce dove ripresero ad “impastare”. Mara ebbe un sussulto ed un gemito a quel gesto.
    
    -Stronzo! – mormorò. Continuò a gemere ma non mi chiese di smettere. Ad un certo punto si voltò, si aggrappò al mio collo con le braccia e, issandosi, mi cinse i fianchi con le gambe.
    
    -Entra, che non resisto più! – mi incitò. La baciai con passione ma …
    
    -Aspetta: e il preservativo?
    
    Mi fisso con due braci smeraldine:
    
    -Io sono pulita. E tu?
    
    Capii cosa voleva dire e le risposi con un bacio. Reggendola per i glutei con gli avambracci, avvicinai le dita alle grandi labbra per guidare il glande e lentamente entrai in lei. Mara si sollevava ed abbassava controllando le contrazioni dei muscoli delle cosce ed io sollevandola ed abbassandola con le braccia. Ad ogni orgasmo, e se ne succedettero diversi, le contrazioni dei suoi muscoli erano più forti e mi schiacciava i fianchi. Ma era un ben misero prezzo da pagare!
    
    Decise poi di scendere ed appoggiò le mani alla parete del box dandomi le spalle:
    
    -Continua, dai!
    
    Non me lo feci ripetere e, sotto il getto dell’acqua, la penetrai di nuovo. Nonostante mi avesse avuto dentro fino ad un istante prima emise un lungo gemito. Si sporgeva all’indietro così tanto che nello spazio ristretto del box non avevo molto margine quindi ad ogni spinta ...
    ... sentivo la cervice dell’utero comprimersi contro la cappella. Allargai la gambe per stare più basso e la cosa decisamente migliorò: l’asta stimolava meglio il punto G pur continuando a “battere” contro l’utero. Mara intercalava fremiti accompagnati da gemiti con incitazioni a non smettere, ma anch’io avevo i miei limiti.
    
    -Amore, tra poco scoppio! – riuscii a mormorare. E Mara, pur al colmo della eccitazione, dimostrò di avere ancora il controllo della situazione. Lasciò uscire il membro e, guidandolo con la mano, puntò il glande contro il suo “fiore di seta” e, lenta ma decisa, si impalò. Non fu facile e penso che fece un po’ male ad entrambe, ma quel dolore attenuò la mia eccitazione e cominciai a muovermi con ritmo. Mara emetteva dei versi in crescendo, quasi dei rantoli ma sempre più acuti fino quasi ad urlare. A quel punto fu scossa da tremiti così violenti che quasi cadde. La sostenni afferrandola ed una mano finì su uno dei seni. Ma anch’io ne ebbi per poco: continuai a muovermi ed a stropicciare quella mammella ancora due, tre , quattro volte prima di uscire e inondare la schiena di Mara …
    
    Buttai un occhio a quella che sembrava una decorazione di glassa. “Santo Cielo!” pensai distrattamente “Non credevo di essere capace di farne tanto!”. Abbracciai Mara e la sollevai, stringendola a me. Era ancora presa dai fremiti dell’ultimo orgasmo e mi fece tenerezza sentendola così vulnerabile la strinsi ancora più forte, baciandole la nuca. Mi strinse le braccia, ansimando ed ...