L'ora tarda
Data: 28/11/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Incesti
Autore: troy2, Fonte: RaccontiMilu
Erano stati 40 anni di amore. Quello che si dice un matrimonio riuscito, nonostante i 18 anni di differenza di età. Lo avevo conosciuto all�università: il mio primo esame. Lui di là, a spiegare i tanti perché e le tante formule, io di qua a prendere appunti. Sei mesi di corso e poi l�esame: l�unico sentimento che provavo nei suoi confronti era paura, anzi angoscia. Aveva solo 37 anni, ma era già un luminare: qualcuno diceva che sarebbe arrivato al Nobel con le sue ricerche!�Signorina, come prima cosa le chiedo di smettere di tremare e di avere quello sguardo allucinato! Non sarò un Adone, ma finora non ho mangiato nessuno. Facciamo così: ci prendiamo 5 minuti 5, ci facciamo portare un caffè e poi riprendiamo!� mi lasciai sfuggire un sorriso.Superai l�esame brillantemente, ma i nostri occhi non riuscirono a lasciarsi più: fui io a cercarlo, non ricordo più con quale scusa, ma ricordo che lui mi invitò a parlarne davanti ad una birra e, siccome il discorso si fece lungo, ci facemmo portare anche una pizza.La cosa più difficile fu dirlo ai miei, per la differenza d�età.Mi laureai col massimo dei voti: mi piaceva la materia, ma ancor più non volevo far fare brutta figura a lui.Non lavorai un solo giorno.O meglio: lavorai sempre per lui, accompagnandolo ai convegni in tutte le parti del mondo, anche dopo la nascita dei nostri due figli.Poi i figli crebbero, costruirono la loro vita lontano dall�Italia, tanto lontano e, otto mesi fa, anche lui ha deciso di andare via, di ...
... notte, in silenzio. Al mattino al mio fianco c�era il suo corpo, ma lui non più!Mi aveva lasciata! Ricca sfondata, ma sola a sessantadue anni.Non avevo preoccupazioni di sorta: avrei potuto prendere della servitù, ma mi sentivo ancora giovane e volevo vivere. Mi imposi, quindi, di ricominciare ad uscire. Per una alla mia età, cosa meglio del fare la spesa? Certo: avevo anche altri interessi, ma scelsi di fare la mia piccola spesa tutti i giorni, senza accumulare provviste.All�ingresso, Franck mi dava il suo buongiorno tutte le mattine. Lui non chiedeva l�elemosina: la accettava se tu gliela proponevi, in silenzio, a testa bassa, ringraziava con un sorriso.Un giorno, tre mesi fa, mentre mi aggiravo tra i banche dell�ortofrutta, sentì un dolore lancinante al petto. Poi ricordo solo il buio, fino al bianco latte dell�ospedale in cui mi ero risvegliata, con indosso solo il camicione della UTIC, entrambe le braccia occupate da aghi e braccioli vari, il saturi metro al dito e il terribile cicalio delle macchine intorno a me.�Bentornata nel mondo dei vivi, dottoressa!� fu il saluto del medico che mi si avvicinò. �Si ricordi di ringraziare il moretto del supermercato: senza di lui ed il suo massaggio cardiaco il nostro intervento sarebbe stato inutile.�Me ne ricordai appena uscita dall�ospedale.Mi venne incontro:�Signora, è bello rivederla!��Pare che sia merito tuo!��Ho fatto solo quel che potevo!�La spesa passò in secondo piano: volli sapere come conoscesse la pratica del ...