-
Diario di una escort (parte 4)
Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: Frank721, Fonte: Annunci69
Dopo quell’orgia mi ero presa un periodo di pausa (vedi Diario di una Escort parte 3 della mia magnifica collaboratrice Coccinella ). La mattina dopo facevo fatica a stare in piedi ma ero molto soddisfatta. Mi sentivo ancora a disagio con questa mia natura nascosta ma era come un dolore attutito che piano piano scemava. Ormai stavo accettando questo mio lato nascosto e mi piaceva, diamine se mi piaceva. Ero comunque molto stanca e il gruzzoletto che mi ero fatta in una sera mi aveva convinto a prendermi una breve pausa. In quel periodo un paio di altri chiamarono ma io non risposi. Avevo deciso che l’avrei fatto solo se mi fosse andato di farlo e ancora non avevo voglia. Per qualche tempo volevo un po’ di normalità. Però mi stavo accorgendo che la mia seconda vita stava avendo effetti anche sull’altra. In quelle poche settimane, da quella sera alla pompa di benzina, era cominciato un graduale cambiamento in me, quasi impercettibile ma che alla lunga si faceva sentire. Lo vedevo da come mi comportavo, da certi atteggiamenti che due mesi prima non mi sarei neanche sognata. Era come se Samantha stesse a poco a poco prendendo il sopravvento su Angelica. Questo da un lato mi piaceva e dall’altro mi terrorizzava. E insieme a me stava cambiando il mondo intorno a me. Cinzia era più espansiva, anche più di prima, e forse un po’ gelosa della nuova me, i miei vedevano che ero diversa ma non riuscivano a capire cosa fosse, i ragazzi mi guardavano con occhi diversi. Vedevo la ...
... bramosia nei loro occhi, un’eccitazione che una volta c’era ma era più contenuta. Apparivo più disponibile di prima e questo li attirava come api al miele. Persino mio fratello mi guardava con occhi nuovi. Vedevo il suo sguardo indugiare sul mio corpo con una consapevolezza nuova e io stessa non riuscivo a stare indifferente a guardarlo. Mi scoprii a girare per casa e stare attenta a essere presente mentre usciva a torso nudo dalla doccia. I nostri sguardi si cercavano e un fuoco proibito mi accendeva, al quale però resistevo con tutta me stessa. Una mattina mi svegliai nel letto madida di sudore e con una voglia matta. Il sole filtrava dalle persiane e sentii la mia famiglia muoversi per casa. Mi sedetti sul letto e istintivamente presi il cellulare. Era un paio di giorni che non squillava. Lo riappoggiai sul comodino e mi sdraiai di nuovo sul letto mentre sentivo il basso ventre in subbuglio. Rispondendo al mio bisogno le mie dita si mossero istintivamente verso le mie mutandine ma era tardi e non c’era tempo. Indossai velocemente un prendisole chiaro e un paio di sandali con il tacco, e scesi a far colazione, pregando di trovare mio fratello già vestito. Nelle condizioni in cui ero l’ultima cosa di cui avevo bisogno e trovarlo a bere il caffè in piedi con solo i boxer addosso, com’era sua abitudine appena faceva un po’ caldo. Salutai i miei e con sollievo scoprii che mio fratello stava ancora dormendo. Mangiai qualcosa al volo e uscii di casa. Riguardai il cellulare e decisi che ...