1. Diario di una escort (parte 4)


    Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: Frank721, Fonte: Annunci69

    ... cucinava e uscii. Aprii la portiera della mia piccola Smart blu elettrico e sorrisi. Era la miglior amica di Samantha, quella che sapeva tutto della mia seconda vita. Indugiai ancora un attimo e poi partii. Entrai nel locale con disinvoltura suscitando qualche sguardo ammirato e un paio di commenti sul mio sederino, e affidai il mio soprabito al guardaroba. Salii al piano superiore del locale che faceva da passerella sopraelevata al piano terra, dove ci si poteva rilassare un po’ senza la calca del piano sotto. Andai al bancone e ordinai un Martini Dry e con il calice in mano andai al mancorrente della balconata. Guardai la pista da ballo sottostante e dovetti ammettere che la ragazza aveva gusto in fatto di locali. Molto di classe. Lasciai vagare lo sguardo sulla sala alla ricerca della mia cliente. Stavo per chiamarla al telefono quando vidi una ragazza vicino al bancone del bar del pianoterra, ballava con finta disinvoltura ma si vedeva che cercava qualcuno. Per qualche ragione capii che era lei. Scesi le scale lentamente continuando a guardarla. Mi sentivo una cacciatrice, ma non di uomini, no. Stasera non c’era spazio per gli uomini. Attraversai la sala velocemente. Rallentai il passo quando vidi un ragazzo che le si appressava, ma mi accorsi che lei era leggermente infastidita e stava cercando di liquidarlo. Sorrisi e mi avvicinai. Diedi un colpetto sulla spalla del tipo e questo si girò. Lo guardai sorridendo e gli feci –ti spiace?- guardando la ragazza. Elena mi ...
    ... osservò per un secondo e poi le si illuminarono gli occhi, capendo. Io sorrisi mentre il tipo mi squadrava da capo a piedi e dopo un secondo disse –non se la sostituisci tu…-. Sentii la sua mano scorrermi lungo il fianco e palparmi il culo con desiderio. Sorrisi. Samantha quelli come questo qui se li mangia a colazione. Gli misi una mano sul petto e lo spinsi contro la colonna. Gli palpai il pacco da fuori e lo vidi trasalire e guardarmi con gli occhi spalancati. Avvicinai il viso al suo e gli sussurrai all’orecchio –è questo che vorresti, non è vero? Vorresti farmi vedere quanto sei uomo, quanto mi faresti impazzire se ti lasciassi fare, quanto mi faresti sentire donna…- e intanto gli palpavo il pacco sempre più gonfio. Ci guardammo negli occhi, le nostre labbra sempre più vicine… e poi io scoppiai a ridere di fronte a lui. Gli fece l’effetto di una doccia fredda e gli dissi –ma con questo cazzetto, non ti farei una sega neanche da ubriaca e fossi etero perciò fatti un giro… io e la mia ragazza dobbiamo parlare- lui mi guardò incazzato e ferito nell’orgoglio ma prima che potesse dire niente schioccai le dita di fronte alla sua faccia e gli feci segno di sparire. Se ne andò senza dire una parola e stizzito, e io mi girai a guardare Elena che aveva osservato l’intera scena a bocca aperta. Io le sorrisi e dissi -tu devi essere Elena…-. Lei mi guardò con occhi sgranati come se non credesse ai suoi occhi. –io… sì sono io… come hai fatto riconoscermi?- -quando fai un lavoro come il mio ...
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