1. Diario di una escort (parte 4)


    Data: 29/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: Frank721, Fonte: Annunci69

    ... mi sarei scopato il primo che mi avesse chiamato. Sentii il telefono squillare solo nel tardo pomeriggio quando mi ero ormai rassegnata a farmi un ditalino solitario non appena ne avessi avuto la possibilità. Lo afferrai in fretta e risposi col cuore in gola. Con mia somma sorpresa dall’altra parte sentii dall’altra parte una voce femminile. –Pronto?- -ciao, sei… ehm… sei Samantha?- -si sono io…- -ah ecco… sì… sai non ero sicura… volevo chiederti se… ecco io non so se fai queste cose…- -tesoro, stai tranquilla… io sono qui per te e ti ascolto…- eccola Samantha… Calma, professionale, lucida… -ecco sì… mi chiedevo… tu lavori anche con le ragazze?-. Bella domanda… in realtà non mi ero neanche mai posta il problema. Non che mi dispiacesse, anzi. Ogni tanto guardavo qualche video di lesbiche e mi avevano sempre eccitato molto, ma io non avevo alcuna esperienza personale. Ero indecisa ma la mia passerina decise per me. –certo… raramente in realtà, ma quando capita assolutamente sì…- -ah… ecco… si be mi piacerebbe incontrarti allora…- rimasi in attesa un istante poi dissi con un sorriso –stasera?- -oh sì giusto… si stasera se sei libera…- -certo assolutamente… dove preferisci?- -ehm… conosci il locale ********-. Ci ero andata un paio di volte, buona musica, cocktail decenti anche se a prezzi spropositati, ma cosa più importante salottini privati per chi li volesse. –si certo… lì per le 23.30?- -va bene… ah io mi chiamo Elena, tra l’altro… come ti riconosco?- -non preoccuparti ...
    ... Elena… ti trovo io…- -va bene… A dopo allora!- -si ci vediamo stasera…-. Chiusi la telefonata e mi appoggiai contro lo schienale della sedia girevole. La mia passerina era in fiamme e in ansia. Avrebbe preferito un bel cazzo duro e turgido ma l’idea di farmi una ragazza comunque mi stuzzicava. Sorrisi e andai a farmi una doccia. Come sempre, dovevo essere perfetta. Alla fine ero pronta. Avevo indossato un vestitino rosso lucido che si stringeva sulle cosce mentre sopra era largo e non aderente e che si chiudeva con un nodo dietro il collo. Per come era fatto lasciava intravedere anche una generosa scollatura, e mi lasciava scoperta la schiena. Misi un bel perizoma rosso di pizzo, niente reggiseno ovviamente, e un paio di calze a rete a maglie larghe sotto un paio di stivali neri alti fino al ginocchio. Sembravo proprio una zoccoletta ma era quello l’obiettivo. D’altronde in quel locale sarei stata solo una fra tante. Presi un soprabito beige e uscii dalla camera. Lo stavo per allacciare quando volli togliermi una piccola soddisfazione. Lo lasciai aperto e attraversai il corridoio. Bussai alla porta di mio fratello ed entrai. Lo trovai sdraiato sul letto che scriveva al cellulare e gli dissi –guarda che sto uscendo…- alzò lo sguardo e spalancò gli occhi. Lo vidi che mi stava divorando e disse solo –ok… divertiti…- gli feci l’occhiolino e uscii dalla stanza con il suo sguardo fisso, lo sapevo, sul mio culo e le mie gambe. Gridai a mia madre la stessa cosa che tanto per cambiare ...
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