Maria e la sua disabilità
Data: 21/07/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: FrancoT
La dovevo avere. Punto. Lo avevo deciso quasi subito, pochi attimi dopo che avevo sentito il rumore delle stampelle sul pavimento lucido della posta e mi ero voltato. L'avevo squadrata, da capo a piede, ma ella non se ne era assolutamente accorta. Doveva essere abituata, così bella e così sfortunata, ad essere osservata. Io ne ero rimasto affascinato fin da subito, quando avevo visto quel vestito floreale svolazzare. Mi era sembrata una regina e, nonostante tutto, si era seduta non troppo lontano da me. Si era seduta e poi aveva poggiato le stampelle a fianco. Tra me e lei c'era solo una sedia, peraltro vuota. “Chi è l'ultimo?”, chiese. E allora scoprii la sua voce, bella anch'essa. Eravamo in cinque, lei compresa ed io ero l'ultimo. Pensai di cederle il posto, come gesto di cavalleria ma anche per poter restare maggior tempo in sua presenza, ma poi scalzai l'idea. Non ero certo di come l'avrebbe preso e temevo in una risposta negativa. D'altronde nessuno dei tre che mi precedevano avevano minimamente proposto la cosa e quindi restai in silenzio. Il tempo sembrava non passare ed io ne fui anche contento, ella invece cominciò a mostrarsi disturbata della cosa. Manifestava una certa impazienza ed io colsi la palla al balzo quando venne il mio turno. “Se ha fretta, le posso cedere il posto. Io oggi non ho nulla da fare”, le dissi. Mi guardò e sorrise. Ero riuscito a trovare la scusa giusta che non l'avrebbe certamente infastidita. Ebbi la certezza che fosse molto bella. Aveva i ...
... capelli castani sciolti. Le arrivavano a metà schiena ed il lungo vestito floreale che indossava le stava alla perfezione. Era settembre e le giornate erano già fresche. Ella aveva quindi un giubbetto in jeans sopra al vestito. “È sicuro?”, mi chiese. “Certo, non si preoccupi”. “Grazie. Mi scusi ma ho un appuntamento dal medico e pensavo di impiegare meno tempo”, mi rispose, quasi mortificata. “Nessun problema”. “Grazie davvero molto”. Quando l'anziana prima di noi ebbe terminato, ella prese le stampelle e le utilizzò per alzarsi, poi le inforcò e si diresse allo sportello numero 1. Quando ebbe finito mi ringraziò nuovamente e poi si diresse verso l'uscita. Io dovevo solo pagare un bollettino, ma avevo già compilato tutto e quindi uscii subito. Quel giorno ero veramente di riposo ed avevo tutto il tempo che volevo. Mi guardai attorno e la vidi a circa un centinaio di metri da me, che si dirigeva verso piazza Garibaldi. Mi chiesi se fosse del posto. Io abitavo da molto tempo a Reggio Emilia, ma non l'avevo mai vista in quella zona. Se l'avessi anche solo incrociata una volta, me la sarei certamente ricordata. Dietro piazza Garibaldi entrò in un grosso condominio sul cui portone c'erano le targhette di diversi medici. Attesi nel parco antistante ed ella ne riuscì dopo circa un'ora. Nel rivederla sentii un tuffo al cuore: avrei dovuto averla. Non sapevo quanto o quando, ma quella era un certezza. La seguii per dieci minuti, durante i quali ella fece anche una pausa, finché non ...