1. Il ragazzo più fortunato del mondo (terza parte)


    Data: 30/11/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gay De Maupassant, Fonte: EroticiRacconti

    ... tentò l’azzardo. -Sì, brava! Lo sapevo che con quei pompini non potevi non essere fantastica anche adesso! Sì, resisti un altro po’ che ti disintegro!- Erano passati non più di venti secondi da quando Federico aveva cominciato a domare il mio culetto ed io avevo già superato il piacere dell’orgasmo. Senza che lo toccassi, il mio uccello prese a schizzare sperma come una fontana. Pazzesco! Non credevo fosse possibile una cosa del genere e quello… era solo l’inizio! Il piacere aveva preso ad invadere anfratti del mio corpo che non sapevo neanche di avere e cresceva ogni secondo, come il volume dei miei gemiti. Non li controllavo, partivano da soli in una musica nuova: la mia vera voce, scevra dalle impostazioni e dalla maschera della società. Era bellissima, così profondamente sincera e rivelatrice del mio animo da puttana. Sì, non credevo che lo avrei mai detto, ma sì! Sono la tua puttana, la tua principessa puttana! OH DIO, QUANTO STO GODENDO!! Fammi tuo, stallone! Sfondami! Aaah sììì!! UN DIO!! SEI UN DIO!!! Non credevo che nulla avrebbe mai potuto distogliermi da un simile momento, ma il toro che mi stava aprendo in due, si fermò un istante per domandare: -Ok, te la senti? Cominciamo?- -EH…?- No, non stava scherzando. Diede una passata di lubrificante, quindi mi afferrò saldamente dalle anche, aggiungendo la forza delle sue braccia taurine a quella inarrestabile dei fianchi. -Buon viaggio!- Mi disse, facendo l’occhiolino. Poi cominciò. -OH, PORC…- Di-vi-no!! Ero ...
    ... diventato un bambolotto nelle sue mani, ma, anche volendo, cosa avrei mai potuto fare col treno in corsa che mi stava passando sopra? Il suo pube d’acciaio sbatteva forte sul mio culetto, che tremolava per le percosse ricevute, colpi che avrebbero sfondato le porte di un castello! I movimenti del suo bacino si fecero sempre più veloci, decisi, potenti. Ritornò il dolore, ma pur sempre un dolore terreno, che nulla poteva contro l’estasi divina del mio martirio e me ne dimenticai, come un santo alle porte del paradiso. Finalmente cominciò a godere anche lui, ma da quel momento in poi i ricordi mi si fanno sfocati. Ero come in trance, in grado di volere, ma non d’intendere. Avevo la bava alla bocca. Intanto il letto cigolava come se ci si stessero accoppiando due cavalli. Le sue gambe muscolose continuavano a contrarsi con il vigore e la costanza di due pistoni idraulici e i glutei di marmo pompavano con una forza che avrebbe piegato una giumenta e un cazzo che l’avrebbe soddisfatta. Nitrivo, porca puttana! Fosse dipeso da lui, penso che Federico non si sarebbe mai fermato, non sembrava possibile stancarlo. Ma doveva pur venire. Mai avrei pensato che il mio culetto potesse essere più pieno di così. Stava quasi per scoppiare, quando il suo seme cominciò a percorrere l’autostrada a quattro corsie che aveva nell’uccello. Era un percorso interminabile, la transiberiana dello sperma, ma ne sentii scorrere ogni millimetro. Stavo per soddisfare il mio maschione; un’altra spinta dei suoi ...