La strana voglia
Data: 26/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autoerotismo
Autore: MASTER84, Fonte: RaccontiMilu
... ci proteggeva dall'esterno era un muro di notte nera, ma si distingueva con chiarezza la vecchia apertura, ora murata. Il resto era silenzio, e frinire di grilli. Dio ti ringrazio, pensavo. Ti ringrazio, Dio.Mi alzai e salii cautamente le poche scale per raggiungere il piccolo terrazzo immediatamente fuori dalla cucina. Le mie ore di sfortuna erano terminate, la cucina era deserta, e la porta era aperta. Se fosse stata chiusa sarebbe stato un guaio, non avevo con me le chiavi. Aprii la zanzariera e mi introdussi in casa camminando in punta di piedi nudi.I miei amici erano al piano di sopra, li sentivo chiacchierare. Mi chiedevo se avessero già provato a bussare alla porta della mia camera senza ottenere risposta, o se per caso, magari Virginia avesse provato addirittura ad entrare scoprendo che non ero nel mio letto, dove si sarebbe dovuto supporre che fossi dal momento che non avevo reagito minimamente all'assenza di corrente.Mentre salivo le scale silenziosa come un ombra, camminando a stento al buio, cercavo di elaborare una qualche giustificazione. Fu in quel momento che Patrizio uscii dalla stanza di Virginia dove erano riuniti tutti e tre.- Buio o no io ho fame, e vado a mangiare! Se volete� - poi mi vide sulle scale e trasalii per la sorpresa - Oh, cazzo! - esclamò. - Cristo, Silvia, sei tu! Mi hai fatto prendere un colpo!- E' andata via la luce? - chiesi io stupidamente, per guadagnare tempo. Mi sorpresi della naturalezza della mia voce.- No, stiamo risparmiando ...
... sulle bollette. - gridò Francesco da dentro la camera di Virginia. Il solito spiritoso, ma me la meritavo una risposta stupida. Patrizio iniziò a scendere le scale venendomi incontro. Se la luce fosse tornata in quel momento sarebbe stato evidente quale era lo stato pietoso nel quale versavano i miei abiti e tutto il mio corpo. Sarebbero stati visibili anche i segni rossi sulla pelle.- Gesù, cosa è quest'odore? - chiese Patrizio. Si riferiva al vino che mi aveva bagnato le gambe ed i piedi. - Hai fatto il bagno nell'aceto? - mi domandò. Il cuore tornò a rullarmi nel petto, ma io risposi con calma, sorridendo, pur senza guardarlo in faccia:- Certo, per la cellulite, so che non ti piace molto. - mentre parlavo continuavo a salire le scale, fino a dare le spalle e Patrizio.- Ah, grazie - mi rispose lui. - Apprezzo, ma la prossima volta che vuoi farti bella per me magari prima chiedimi se preferisco la cellulite o l'odore di aceto. Ma da dove stai ven�?- Non mancherò! - lo interruppi:- Ora scusami, ma visto che non ti piace, vado a levarmi di dosso questa puzza! - E mi infilai nella mia stanza, chiudendomi dentro.Ridendo e scherzando avevo più o meno eluso le domande, non gli avevo dato il tempo di chiedermi dove mi fossi cacciata, e da dove stessi venendo. Per il momento l'avevo fatta franca.Mi appoggiai alla porta con la schiena, poi le gambe non mi ressero più e mi lasciai scivolare verso il basso fino a sedermi per terra. Di fronte a me c'era l'orologio della Pantera Rosa ...