1. La vergine di ferro


    Data: 26/07/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Edipo

    ... mai più. I sospetti su quanto succedeva al castello aumentavano ma erano tempi in cui ad alcuni era consentito stare al di sopra della legge e non correre il rischio di rispondere a giudici e tribunali. Il malefico nano Andreas mi ordinava a gesti di seguirlo e mi conduceva nelle stanze dell'ala del castello in cui le ragazze venivano torturate e uccise. Vedevo i corpi nudi e martoriati, come sagome vuote private delle interiora. Non capivo il motivo di tanta crudeltà; obbedivo agli ordini per salvarmi la vita ma desideravo sapere il come e il perché di quello che accadeva. Non ero un sordomuto mezzo idiota come credevano ma un potenziale testimone a loro carico e volevo stendere un resoconto accurato di tutto ciò che mi passava dinanzi agli occhi. Per questo una sera mi nascosi in un soppalco del grande salone in cui di solito si radunavano la sera la contessa e la sua corte. Attraverso feritoie che si aprivano verso il basso vedevo senza essere visto e rimasi sconvolto. La contessa era assisa su una specie di trono ricoperto di velluto, vestita di bianco come al solito, terribile nella sua superba freddezza. Davanti a lei stavano tre ragazze che erano tra le tante fantesche del castello, fresche, giovani e graziose. L'orrida enumerava le mancanza compiute dalla tre sventurate: si trattava di delitti gravissimi come l'avere pettinato male le ciocche nere della padrona o l'avere chiacchierato mentre si lavava o cuciva la biancheria o lo stirare male i preziosi vestiti della ...
    ... contessa o avere rubato pochi spiccioli. Una dopo l'altra le tre ragazze vennero spogliate dalla gigantessa che afferrò l'ultima, una brunetta prosperosa, e, dopo averla sollevata ed essersela issata su una spalla, le infilò le dita nella vagina. Le urla della ragazza e il sangue che iniziò a fluire copioso rivelarono che la poveraccia era stata appena sverginata e non potrò mai dimenticare lo sguardo folle della contessa che fissava avida il sangue dello stupro. Le altre ragazze furono violate dal nano e le loro grida disperate sembravano aumentare il piacere della loro padrona che gridava:"Ancora!", incitando i suoi mostruosi accoliti a proseguire nelle torture e ad inventarne di nuove. L'orrida conficcò spilli sotto le unghie di mani e piedi delle ragazze che chiedevano inutilmente pietà. I loro sessi vennero bruciati con candele avvicinate ai peli del pube e poi conficcate dentro. Mentre inorridito osservavo quest'inferno, una spettrale apparizione ammutolì i presenti, compresa la contessa: il conte Alboino, molto più vecchio dei suoi cinquant'anni, era entrato silenziosamente nel salone e osservava il macabro spettacolo. Forse le urla delle vittime erano state più forti del solito e lo avevano destato dal suo torpore o forse un soprassalto di coscienza lo aveva portato a vedere finalmente di persona quello che non poteva non avere saputo sulle crudeli abitudini della moglie. Ma la visione delle tre vittime maciullate fu eccessiva per lui: si portò una mano al petto e si ...
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