1. Daniel


    Data: 30/07/2020, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... potrebbero avere un certo valore se lui non le tenesse nascoste nella sua casa, considerandole tele verniciate e non quadri.
    
    Daniel non è soddisfatto di nulla di quello che fa. Dice che svolge un lavoro banale ma quando mi ha parlato di fiori mi ha lasciato incantato; dice che non sa suonare ma io vado in estasi quando suona dal vivo, molto più di quando ascolta brani registrati, e sceglie pezzi da vero intenditore. Dice che non sa scrivere ma ho letto due sue poesie brevi e le ho trovate splendide. Insomma Daniel non ha alcuna fiducia in se stesso, si vergogna della sua stessa ombra, non si vanta ma sminuisce tutto quello che fa o dice e soprattutto ha il maledetto vizio di chiedere scusa sempre, anche quando è assurdo chiederlo come, per esempio con “Buongiorno, scusami”. Scusa di che? Devo ancora capirlo, non so se ci riuscirò mai.
    
    Daniel è in casa perché sento la musica provenire dal suo appartamento. Il volume è basso come sempre, ma le note mi arrivano tramite le finestre aperte. Mi sento particolarmente solo questa sera. Non mi piace la solitudine: porta alla memoria lontani ricordi, di solito i più brutti e mi rende triste. Non voglio essere triste. Non ho ne ho bisogno ma fingo di averne per avere una scusa e chiamare Daniel dal balcone della mia cucina e chiedergli qualcosa, solo per vedere qualche persona, scambiare due parole, togliere spazio alla tristezza. Ho pensato che lo zucchero sia una cosa chiedibile senza creare imbarazzo. Chiamo due volte, la ...
    ... terza a voce un poco più alta. Non ricevo risposte. Un poco mi allarmo: come mai? In casa c'è, sento la musica. Perché non mi risponde? Forse starà male?
    
    Non chiamo una quarta volta, preferisco passare dal pianerottolo ed andare a suonare alla sua porta. Non mi fa attendere, apre subito. Non ha nulla di strano: il solito abbigliamento, la solita espressione, quindi mi rassicuro sul stato di salute. Chiedo se ha un poco di zucchero da prestarmi. Dice di sì e, come sua abitudine aggiunge “scusa”.
    
    Dico:”Sono io che dovrei scusarmi, perché mi chiedi scusa tu?”
    
    “Perché sono in questo stato, stavo preparandomi qualcosa per cena, aspetti qui o entri? Dai entra” Entro sì, sono venuto apposta per stare un poco in compagnia. La sua casa è assurdamente sia simile che diversa da come l'ho vista le poche altre volte che ci sono entrato. Di solito c'è il disordine caotico, di diverso le cose sparse un poco ovunque. Altre volte avevo trovato mucchi di biancheria lavata da ripiegare o buste della spesa rigonfie ancora da vuotare e sistemare o altro genere di disordine ma non come adesso: ci sono libri sparsi da tutti i lati, anche sul pavimento, bottiglie di bevande varie, dalla semplice acqua, alle bevande gasate, alla birra, sparse sul tavolo senza alcun ordine logico, scatole di varia forma e dimensione, aperte e chiuse. In quelle aperte vedo merci diverse: aghi, fili e bottoni in una, biscotti secchi in un' altra, pennarelli per colorare in un altro ancora. Sul tavolo, vicino alle ...