Tavernicoli
Data: 01/12/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti
... eccitare ancora di più. Una volta che fu ben insalivato, lo spostò verso il suo sedere e si scostò qualche centimetro affinché il dito potesse solleticarle lo sfintere. E lei, sentendo questo, inarcò la schiena porgendo la sua parte più nascosta. Giulio lo spinse dentro un po’, ma per evitare di provocarle fastidio, lo reimmerse nel sesso bagnato di Francesca. Lei abbassò il viso verso i seni, a occhi chiusi, per fare in modo che tutti i sensi fossero messi a dormire eccetto il tatto, stimolato dal dito esperto del suo padrone. La donna si rilassò e Giulio le infilò l'intero medio nel retto. Il gemito che uscì dalla sua bocca era inizialmente ispirato da un piccolissimo fastidio subito trasformato in piacere. L'uomo non ebbe più remore a sodomizzare la sua schiava con un andirivieni lento, ma continuo. Francesca percepì chiaramente il gonfiore del sesso che le premeva contro le natiche, ma non prese nessuna iniziativa. Giulio, anche in questa occasione, sembrò percepire i suoi pensieri e si alzò dal divano, pur tenendo il medio ben piantato nel suo culo e si piazzò davanti alla sua bocca. "Ricordi che cosa sei, Francesca?" chiese l'uomo, sorridendo nuovamente. “sono la tua schiava” rispose senza riflettere. "Di nuovo lo stesso errore di un'ora fa? Allora vuoi proprio essere punita per la tua scarsa attenzione!" Francesca arrossì vistosamente e poi ricordò quale fosse la risposta giusta. "Sono la sua troietta, mio signore e padrone". “Cerca di ricordatene la prossima volta e ...
... ora apri la bocca e succhiami il cazzo”. La donna ubbidì e si sorprese di non scandalizzarsi per le parole che aveva appena sentito rivolte alla sua persona. Giulio infatti le aveva pronunciate con la morbidezza di toni e con la seraficità di un filosofo. La donna non si sentì affatto una meretrice, ma una dispensatrice di piacere per qualcuno che la teneva in alta considerazione. Quando il la saliva cominciò a colare dal pene, Giulio le disse di voltarsi e di offrirle il suo culo. Francesca si inginocchiò sul divano, appoggiando le mani sullo schienale e facendo sporgere i piedi fuori dalla seduta. Spudoratamente inarcò nuovamente la schiena spingendo in fuori l'ano e il sesso con le labbra gonfie e luccicanti. Giulio non accolse l'invito della penetrazione, ma si piazzò comunque tra le sue gambe e si dedicò a stropicciarle i capezzoli. Li torse, li tirò, li insalivò usando la bocca della donna come un'acquasantiera da cui attingere il lubrificante necessario a stimolare le due protuberanze. Quando udì che i gemiti di piacere erano sempre più frequenti e intensi, Giulio infilò tre dita in bocca alla sua schiava, le catturò abbondante saliva e lubrificò la base del membro: il glande non ne aveva bisogno, tanto era già bagnato abbondantemente dallo smegma che fuoriusciva copioso dall’uretra. Subito dopo lo appoggiò all'ano della donna e spinse. Giulio attivò tutti i sensi per percepire la reazione del corpo che stava possedendo: le dimensioni del suo pene consigliavano cura e ...