La puntura militare al petto, un rito di iniziazione maschile
Data: 01/12/2017,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Armodios, Fonte: EroticiRacconti
Un rito di iniziazione atteso e temuto Fin dall'ingresso in caserma si sapeva che presto sarebbe arrivato il giorno della prima delle quattro iniezioni nel petto che tutti avremmo subito durante la leva. Erano anni che io aspettavo quel momento. Quello delle iniezioni al petto da militari era un argomento, sempre avvolto da un'aura di timore e, un po' come a quei tempi tutto quel che riguardava il corpo, di circospezione, di detto e non detto, cui ancora in quella fine degli anni Sessanta, fin da bambini e poi ancor più da adolescenti, si sentiva spesso alludere e mai come a un fatto limitato alla sua funzione pratica. Perché le iniezioni di gruppo praticate al petto ai soldati di leva, con grandi siringhe e grossi aghi, erano tutt'altra cosa dalle normali piccole punture che si facevano e si fanno sul sedere o sulla spalla. C'era nell'aria l'idea, mai esplicita ma spesso sottintesa, che quelle iniezioni intramuscolari al petto fossero una prova di iniziazione per i giovani maschi, una verifica della personalità che tutti i soldati di leva avrebbero dovuto subire, e che poteva valere o come una prova di virilità, se affrontata con una certa baldanza, senza lamentarsi, senza protestare e senza mostrarsi intimoriti, oppure di debolezza e di scarsa virilità, quanto maggiori erano la riluttanza, la paura o l'angoscia che si lasciavano trasparire. Questo non era qualcosa che si dicesse esplicitamente, soprattutto in un periodo in cui il servizio militare cominciava già ad essere ...
... screditato nel comune sentire dei giovani. Discorsi del genere potevano forse ancora girare a quell'epoca fra militari di carriera all'antica, giovani neofascisti, ultrà di calcio o simili. Ma se tanti erano quelli che si facevano fotografare mentre venivano "punturati", era perché idee del genere circolavano nella parte animale della psiche di molti altri. Dei "punturoni" militari si chiacchierava e si fantasticava molto ma si parlava poco e non si scriveva nulla sui giornali: esattamente come di tutte le questioni sessuali, e soprattutto di ogni pratica sessuale fuori della norma accettata. Forse alle iniezioni militari si applicava lo stesso trattamento proprio perché si intuiva vagamente che le iniezioni al petto dei soldati avevano anche il carattere di un rito vagamente omoerotico e sadomaso. Era un rituale tutto maschile che implicava un certo sovrappiù di gratuito sadismo rispetto alle iniezioni comuni, e richiedeva una certa disponibilità all'esibizione masochistica ai giovani soldati che dovevano sottoporvisi in gruppo. E la grossa siringa con il suo ago, per lungo tempo assurdamente grosso, poteva richiamare nell'inconscio un pene usato come strumento di una simbolica violenza carnale cui tutti dovevano sottoporsi. Una violenza molto più carnale dell'apparenza. Non è da credere che la propensione al sadomaso fosse meno diffusa di oggi, e circolava, magari sotto traccia, magari in forma apparentemente desessualizzata, ma in ogni caso pesantemente e pervasivamente, al ...