1. Odette: oui je suis putaine, 4a parte ( il forno di mastro giuseppe)


    Data: 20/08/2020, Categorie: Tradimenti Autore: sexitraumer, Fonte: Annunci69

    “Bartolo, fila a lavarti le mani, che dobbiamo mangiare fra poco, che torna anche tuo padre per la mezza ! Che poi fili a bottega, che fai lì i compiti, muoviti !”
    
    “Ma io i compiti di scuola sapete che li faccio a casa, madre !”
    
    Il ragazzo senza accorgersene, dopo lo sgomento iniziale, non staccava gli occhi da Odette, la nuova arrivata…pronta la signora Addolorata:
    
    “E oggi li fai a bottega ! Fila!”
    
    Decisamente, la signora Addolorata, non era tanto contenta che una sì disinvolta donnina, ormai non più tanto innocente come era loro apparsa quel mattino, fosse di tentazione al suo unico figlio maschio, al quale a tempo debito, avrebbero trovato una moglie che facesse per lui; certo non una donna di malaffare così maschia a condurre il calesse, e così bella tentatrice tra le pareti domestiche, e poi il maggior difetto era che sapeva stirare meglio di lei stessa, la matrona di casa…Il ragazzo andò in giardino a lavarsi come ordinato dalla madre, che rivolgendosi alla ragazza le chiese, gentile ma ferma:
    
    “Odetta, vorrei chiedervi di mettere il vostro vestimento, se volete venire a tavola, se non è chiedervi troppo…”
    
    “Le vêtement ? Oh, oui ! ”
    
    Odette approfittò della relativa assenza del giovane Bartolo per indossare la sua veste femminile ben esibendo le fattezze del suo corpo; dopo pochi secondi aveva un aspetto più consono a quello di una donna a tavola. Anche il ragazzo, dopo aver lavato le mani ed il viso, era tornato accomodandosi a tavola in attesa ...
    ... del piatto del giorno: cicoria ed indivia bollite, con salsicce come carne. L’anziana matrona andò a dare un’occhiata alla pentola rimestando il tutto con una cucchiara di legno, poi recatasi verso una giara prelevò quattro friselle, che sistemò dentro un piatto ciascuna. Il loro pranzo sarebbe stato frugale; ovviamente Addolorata era decisa a perder meno lire possibile di quelle che la sua ospite le aveva già dato. Col bere fu più generosa dato che riempì prendendolo da una giara una brocca intera di vino bianco. Apparecchiò per quattro dopo aver avuto cura di bagnare con un due nappi d’acqua ogni frisella in vista di un suo successivo uso in abbinamento al piatto di verdura e salsicce. Nel frattempo, mercé il rumore caratteristico degli zoccoli dei loro due cavalli, la signora, e prima di lei Bartolo, s’erano accorti che era tornato anche Giuseppe dalla bottega; un’auto-licenza per il pranzo che avrebbe consumato a casa propria senza il lavorante, né il garzone ai quali aveva lasciato di che mangiare. Giuseppe varcando l’uscio ebbe il buon gusto di salutare prima la moglie, poi Bartolo, quindi di nuovo Odette che gli sorrise di rimando. Giuseppe scambiò con lei delle battute di circostanza, ottenendo di tenere sua moglie Addolorata sul chi vive:
    
    “Vi si-e-te tro-va-ta be-ne qui da noi Odette ?”
    
    “Oh, oui, assez bien ! Votre femme m’a vendu les culottes, les siens, pour trois lires.”
    
    Odette fece il segno del tre con le dita.
    
    “Culottes ? E che cosa sono ? Tre lire ...
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