1. Affettività predatoria. Il Sig. M. Il consulto.


    Data: 22/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Tibet

    ... mancato vero? Ogni giorno e ogni notte lo hai desiderato, lo vuoi puttana? Lo vuoi qui?- -Si, animale degenerato che sei, lo voglio... qui... ora...- -Succhialo, prendimelo in bocca...- E mentre lei lo fa le prende la testa e la guida, la tira verso il suo ventre, la costringe a prenderlo fino in gola fino a provocarle conati di vomito. Lui la fa giocare per un po’ poi la stacca. -Ti voglio scopare qui sulla strada, come una troia da pochi euro...- Scende e la costringe a mettersi in ginocchio sul sedile, il culo in bella mostra verso di lui, le alza la gonna e le sposta gli slip, apre la patta e lo tira fuori. -Dove lo vuoi... puttana? In fica? O nel culo? Uhmm... facciamo il culo? Voglio essere il primo oggi...- Prima lo bagna sullo spacco della vagina, la penetra a fondo, poi lo leva e lo punta al suo buco, lo tiene con la mano mentre spinge, lei è stretta lì... ha sempre avuto problemi a farsi inculare specialmente da cazzi grossi, è una vita che non ne prende più, gli uomini sono pigri e non vogliono lavorarglielo a lungo e entrano subito in fica. Nonostante il dolore che prova lei lo vuole, sa che godrà, che il dolore sarà una componente del suo piacere, sa che si sentirà una puttana a farsi scopare così sulla strada come una prostituta. Spinge, spinge e lei sente il glande superare l’anello dello sfintere, lo sente entrare, allargarla, romperla, lui ritira e rimette più volte fino a che il buco si allarga, si adatta. Ora lo spinge a fondo. Dentro fino al pelo, fino ...
    ... a sbattere con il ventre contro le sue natiche. Ora i movimenti diventano più veloci e profondi, la tiene per i capelli e le urla di godere, di fare in fretta che sono attesi. Sbatte forte contro lei, gode dei suoi gemiti di dolore e delle grida dell’orgasmo. Non le tocca altro, le mani a tenerla forte per i fianchi, non le tocca il clitoride eppure lei gode. Un piacere diverso, più perverso, animalesco, raggiunge il climax quando lui con delle urla si vuota in lei, le riempie l’intestino. Poi le fa fretta, sono in ritardo. Si asciuga il cazzo bagnato di sborra sulla sua gonna e risale sulla sua auto. Ancora pochi chilometri e si ferma davanti ad una villa. La fa scendere, le dice di mettersi già il camice. Lei esegue. Ora è di nuovo professionale, non la puttana di poco prima ma la dottoressa molto considerata nell’ambiente medico. Entrano, lui la guida, apre la porta e la fa entrare, la precede e la porta in una grande stanza arredata lussuosamente, alcuni uomini in camice seduti dietro ad un tavolo in attesa. Mostrano deferenza. Lui la presenta. -La dottoressa... mio medico curante.- Poi la porta verso gli uomini, sono cinque, tutti sui cinquanta, lei non li conosce. Uno è alto, imponente, di colore. -Dottoressa... i professori... – I nomi le sfuggono mentre lui li elenca, non ne riconosce uno. Possibile? Nel suo ambiente? C’è qualcosa di strano in tutto questo. -Possiamo iniziare, prego si accomodi dottoressa...- Le indicano una poltrona in mezzo alla stanza. -Ci dica, ...