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Io e mia mamma. Un amore per la vita - seconda e ultima parte
Data: 25/08/2020, Categorie: Incesti Autore: Angelo15
... chiamavano baci. Mi ripresi proseguii l’opera finché non rimase in perizoma e calze che decisi di lasciarle addosso. La feci sdraiare, la coprii e poi mi sedetti accanto a lei. Singhiozzava, ma non piangeva più. Le accarezzavo i capelli, il volto, le stringevo la mano che tebeva fuori dalle lenzuola. Quando si fu ulteriormente calmata, feci per alzarmi. “Non andare via!” - mi implorò – “non lasciarmi sola!”. “Va bene mamma” – le dissi - “aspetta”. Andai in bagno, poi la raggiunsi infilandomi accanto a lei nel letto. Non appena mi fui sdraiato, si girò verso di me e mi abbracciò stretto, mettendo metà del suo corpo sul mio. Ero lì, bloccato dalla sua testa affossata nel mio collo, i suoi seni schiacciati sul mio petto. La mia mano, rimasta al di là del suo corpo, appoggiata al suo fianco, praticamente sul suo sedere lasciato nudo dal perizoma. L’erezione fu inevitabile, provai a distrarmi ma mi sembrava di sentire ogni parte di lei aderire a me. E poi, malgrado le lacrime e malgrado si sentisse che aveva bevuto, mandava un buon profumo di lavanda. Finalmente si addormentò e, sentendola russare, mi rilassai e caddi nel sonno. A svegliarmi fu il movimento del letto. Con un occhio semi aperto vidi mamma alzarsi, andare in bagno. Tornata si tolse le calze e si sdraiò mettendosi su un fianco per guardarmi. “Dormi?”, mi chiese. Mi voltai, il suo volto era vicino al mio. Mi diede un bacio leggero sulle labbra, poi un altro e infine un terzo. “Buongiorno amore”, mi disse. “Scusami ...
... per ieri sera…”. Ero ancora mezzo addormentato ma quei tre baci mi avevano risvegliato completamente. “Non ti preoccupare. Piuttosto, mi dici cosa è successo?” Annuì, con l’espressione di qualcuno che si appresta a raccontare qualcosa di fastidioso: “E’ successo che la cena è stata bellissima, lui carino, gentile, divertente. E’ separato, ha un figlio della tua età. Mi ha portato a cena sul lago, un posto meraviglioso. Abbiamo parlato a lungo per tutta la serata e per tutta la cena. Poi ha proposto un giro in macchina. Mentre guidava ha sporto la sua mano verso di me, non mi ha toccata. Mi ha chiesto se mi andava di tenerla. Ho detto di sì. E siamo stati mano nella mano per tutto il tragitto”. “E poi?”, chiesi con la bocca che mi si era prosciugata dalla tensione. “Poi si è fermato in un punto panoramico. Ha aperto il tettuccio, il cielo era stellato. Si è sporto verso di me e mi ha baciata”. “E tu?”, chiesi. Ma perché la voce mi tremava? “Io…prima ho risposto al bacio poi…ho cominciato a piangere…”. “Piangere? Bacia così male?”, provai a scherzare”. Rise. “Ma no! Non so neppure io perché ma mi è venuto da piangere, un pianto disperato. Lui mi guardava, mi ha dato dei fazzoletti, ha provato a tranquillizzarmi. Niente. Sai quando ho smesso?” “No”. “Quando mi ha detto, ti riporto a casa. Il ritorno è stato un disastro, lui era naturalmente irrigidito, distante. Non capiva perché piangessi”. “Te lo ha chiesto?” “Certo, ma prima non ho saputo rispondere, poi non ho voluto”. “E ...