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Io e mia mamma. Un amore per la vita - seconda e ultima parte
Data: 25/08/2020, Categorie: Incesti Autore: Angelo15
... perché non hai voluto?” “Perché mentre tornavamo ho avuto chiaro il motivo per cui avevo pianto e perché avevo smesso quando ha deciso di riportarmi indietro. E non appena l’ho avuto chiaro h ricominciato a piangere e mi veniva anche da vomitare, come mi hai visto tu, insomma”. “Mamma, ma perché non gli hai detto il motivo?” Lei mi guardò, severa: “Non capisci nulla…”. “No, ma’, non capisco. Spiegami per favore”. “Sì, tontolone mio. Allora piangevo perché il mio corpo era lì, la mia mente no. E, quando mi ha baciata, la mia mente, che non era lì, si è ribellata e si è difesa”: “E dov’era?” “Qui, amore mio”. Improvvisamente capii: “Qui…intendi…con me”. “Sì amore, con te. Quando l’ho capito è stato devastante”. “Mamma…ma…non capisco…cosa è avvenuto”: “E’ avvenuto che quando mi hai stretta, in quel locale, ricordi?, ecco, io ho dovuto reagire ma poi, le tue mani su di me…che ti posso dire. Ero al settimo cielo e quando ti ho stretto là sotto, ecco, avrei fatto ben altro…”. Mi lasciai cadere sul cuscino, la testa mi girava. Mia mamma, la donna che avevo accanto da sempre, che mi aveva messo al mondo, mi stava dicendo che… “Sì, amore, il problema è che sono innamorata di te, non come una madre ma come una donna. Tu sai come sono fatta, non amo le mezze misure, non mi nascondo. E ora eccomi qua. A chiederti, se anche tu mi vedi come una donna o se adesso l’unico desiderio che hai è di alzarti e di scappare via, lontano da me. Cosa che capirei e ti aiuterei a realizzare…”. ...
... Scappare? Non ci pensavo neppure! Mi misi sul fianco, le mie labbra vicine alle sue…mi avvicinai fino a unirle e non le staccai più. Ci baciammo come due naufraghi riportati alla vita, come due che avessero fame di aria, come si bacia chi si ama totalmente e desidera solo che quel bacio non finisca più. Poi scesi a baciarle quei capezzoli che mi chiamavano dalla sera prima e ancora più giù. Affondai la mia bocca sul suo sesso, la leccai e penetrai con la lingua mentre lei teneva e spingeva la mia testa dandomi i movimenti. Mi inebriai dei suoi sapori. Conobbi la forma del suo orgasmo, il suo gridare di piacere. Poi mi spogliai. Lei provò a restituirmi quel piacere ma non volli. In quel momento desideravo solo una cosa, che fosse mia. Mi spogliai velocemente. Il pene mi doleva dalla tensione e sapevo che tra poco sarebbe esploso. La penetrai con decisione e quando fui dentro mi fermai, immobile, sdraiato su di lei. Sentivo il suo corpo aderire al mio ovunque. Ero dentro di lei e godevo di questo. Lei lo percepì perché mise le mani sul mio culo e mi strinse a sé con tutta la forza che aveva. Poi dovetti cedere e cominciai a spingere. Pochi movimenti e venni, urlando di gioia, piacere, felicità. Ci ritrovammo uno sull’altra, sudati, felici, incapaci di smettere di baciarci, di toccarci. Lei volle afferrare il mio pene ora flaccido e tenerlo stretto in pugno. “E’ mio”, disse. Io ricambiai con una doppia presa, seno e culo. “Sono miei,”, dissi. Ora, che cosa altro posso raccontarvi. Quel ...